Biciclette
Mi bastano due ruote, una coppia di pedali, un manubrio ed io pedalo!
Non cambio la bici ogni sei mesi per avere l'ultimo modello, non sono fissato sulla posizione millimetrica di sella, attacco manubrio eccetera, sono io che mi adatto alla bici e non viceversa. Forse è anche per questo che le mie prestazioni sono scarse ma datemi una bicicletta qualsiasi e io ci pedalo senza problemi.
A parte Costanza la Sleek HBM su misura, regalo per il mio pensionamento, ho sempre avuto biciclette usate.
La prima in assoluto, risale al 1972-73, il telaio, verde oliva, in acciaio marcato Columbus, di una vecchia bici da passeggio ma con mannubrio basso, cerchi in alluminio, tubolari, gabbiette e cambio, era stato adattato a bici da corsa ed era costata 160.000 £.
Ci ho fatto le mie mie prime pedalate col gruppo ciclistico del Gi Esse Casal Cermelli, e dopo qualche corsa di paese, l'interruzione forzata del periodo militare e una cotta colossale per colpa de "La Pastiglia" la passione per le pedalate è svanita e la bici è rimasta appesa al chiodo fino agli anni '90, quando notando che il mio volume corporeo dopo il matrimonio, era notevolmente aumentato, avevo deciso di risalire in bicicletta . E in un pomeriggio di settembre, del 1994, come primo, e senza nessun tipo di allenamento, cercando di salire a Ricaldone, mi ero preso un'altra bella ciucca da bici. Fermo a metà salita, con lo stomaco a rovescio per lo sforzo, mi ero seduto su di un paracarro ai bodi di una vigna, meditando sul da farsi.Mi aveva salvato un grappolo d'uva Moscato, mangiato avidamente ed ero tornato verso casa, avvilito e convinto che la bici non facesse più al caso mio.
Poi, col tempo, e con molta calma, avevo ripreso quella passione, che da ragazzo mi portava in giro sulle strade della provincia di Alessandria e ripresa anche la forma fisica, ero poi passato ad un mezzo che per l'epoca era un po' più performante dalla vecchia Colunbus da passeggio adattata. Ed è arrivata la Carrera Podium.
Cinque bici di cinque epoche differenti, ho anche un telaio Colnago Cristallo, la Crystall che ha tenuto fede al suo nome, e si è spezzato sul forcellino posteriore destro. Mi sono rivolto alla casa madre e per le riparazione e verniciatura mi avevano chiesto 850 €. Ora è appeso ad una parete e lo utilizzo come appendi cavi.
Stessa sorte è toccata alla Colnago EPS detta Blue Sky. Prima si è incrinata la forcella posteriore sempre sul lato destro. Davide dell'HBM, ha eseguito una riparazione perfetta e garantita. Dopo qualche tempo ecco che lo stesso tipo di guasto della Cristallo si ripresenta anche sulla EPS. Impossibile avere il ricambio da Colnago, e sempre all' HBM interviene Andrea con una saldatura TIG sul forcellino, smontato e poi rimontato, che fino ad ora non ha dato nessun problema.
La Carrera Podium detta Hearth Steel, invece non si rompe mai, la uso soprattutto nei mesi invernali, ha un unico problema, il carro posteriore avanzato e monta a fatica i copretoncini da 23.
Quando era ancora ttiva la HBM Costanza, Colnago Cielo Blù attrezzata con il 53x39, la usavo soloogni tanto nei percorsi pianeggianti, le mie gambe ultimamente non apprezzano più il 39. Pensare che col 39x26 salivo sulla Vetta del Lesima (Radiofaro) e prima ancora solo col 23.
HBM Costanza, una BDC robusta e leggera, ci andavo dappertutto, compresi sterrati e ghiaia, robusta come una gravel. Poi, quel maledetto incidente, il mio giro più lungo, ancora ne porto le conseguenze, e il telaio della mia Costanza si è spezzata in tre punti, contro una panda col guidatore deistratto. I componenti recuperati li ho fatti montare sulla Blue Sky ed ora quando ho il tempo, faccio qualche pedalata con questa bici che nonstante l'età avanzata mi da ancora tante soddisfazioni.