Non credo al paradiso e all’inferno, prima o poi sarò costretto a controllare di persona, ma inferno e paradiso ci sono già qui sulla Terra”...
“Imerio massignan”
03/01/2025
• Distanza 51.50 km
• Tempo 1:53:50
• Dislivello 195 metri
• Bicicletta Blue Sky
• Colore Verde
Ieri 2 gennaio,
la commemorazione della morte di fausto Coppi, che io ho vissuto a modo mio e dopo tanti anni sono riuscito a salire a Castellania.
Oggi ho fatto un giro di Ovada un po’ strano e passando da Silvano d’Orba, mi è venuto in mente che il 2 di gennaio ricorre anche la nascita di un ciclista professionista vicentino che, ritiratosi dalle corse, nel 1977 si trasferì nel paese della moglie, dove ha vissuto fino alla sua morte avvenuta il 3 maggio 2024.
Si tratta di Imerio Massignan.
Pare che nella sua vita da ciclista abbia percorso in bicicletta più di 600.000 km, e molti ancora ne ha fatti -dopo che è andato in pensione-, col Gruppo Ciclistico Silvanese del quale è stato anche il Presidente.
L’ho conosciuto Imerio, ed ho avuto il piacere di pedalare qualche volta con lui e con il suo amico meccanico Flavio. Il suo più grande rammarico era quello di non aver vinto l’8 giugno 1960, la Trento-Bormio, penultima tappa del Giro d’Italia, 229 chilometri e cinque passi, fu il primo corridore a transitare sul Gavia e se non avesse forato più volte, poteva vincerla quella tappa, e la sua vita sarebbe sicuramente cambiata in meglio.
A seguire tratto da “Storia del Ciclismo” poche righe che descrivono molto bene chi era Imerio Massignan.
2 Gennaio 1937: Nasce Imerio Massignan.
Professionista dal 1959 al 1970, al Tour de France vinse una tappa, aggiudicandosi per due volte anche la classifica scalatori. Scalatore puro, soprannominato "gamba secca" per la sua caratteristica pedalata dovuta ad una gamba più corta dell'altra, esordì fra i professionisti al Giro d'Italia 1959. Sostenuto dall'imprenditore vicentino Tullio Campagnolo, fondatore dell'omonima ditta di componenti per bicicletta e inventore del cambio a deragliatore, si dimostrò subito un ottimo scalatore concludendo la manifestazione rosa al quinto posto, dietro a Charly Gaul, Jacques Anquetil, Diego Ronchini e Rik Van Looy. Al Giro di quell'anno si rese protagonista di un'azione sul Piccolo San Bernardo, dove riuscì a staccare tutti cedendo solo a Gaul.
Nel 1960 fu quarto al Giro d'Italia, dietro ad Anquetil, Gastone Nencini e Gaul. In quel Giro fu protagonista della prima ascesa del passo Gavia, che valicò per primo; fermato poi da ben quattro forature, non poté vincere la tappa e perse pure il podio (per tale prestazione e per la sfortuna che lo perseguì fu in seguito appellato "L'Angelo del Gavia".
Ho trovato un bell’articolo su Bici WEB che racconta una intervista fatta il 30 maggio 2020 che Imerio termina così:
“Credo in Dio, meno alla messa, ci vado tre o quattro volte l’anno. Non credo al paradiso e all’inferno, prima o poi sarò costretto a controllare di persona, ma inferno e paradiso ci sono già qui sulla Terra”.
Per chi volesse leggere l’intera intervista l’ipertesto è questo: https://www.tuttobicitech.it/article/2020/05/30/1590765323/il-giro-della-memoria-imerio-massignan-passo-gavia-ventesima-tappa-giro-1860
Per chi legge su Strava, dove non è più permesso inserire link a fonti esterne ad essa, la ricerca da fare su Google è questa: il-giro-della-memoria-imerio-massignan-passo-gavia-ventesima-tappa-giro
SEMPREINSELLA!