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Come racconta il titolo, oggi, il Monte fasce era lontanissimo dai miei propositi. L’obiettivo principale era un giro del mare a Levante...
Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:36':02" Passo della Bocchetta da Voltaggio 1
0:22':40" Valico si Trensasco dal ponte sul Sardorella 2
0:28':17" Bavari da Montelungo 3
0:47':13" Case Cornua da Sori, via Sussisa 4
0:26':48" Case Cornua - Passo Fasce 5
0:8':17" Monte Fasce Vetta 6
0:38':52" Colla dei Rossi da Tassorello  
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03/10/2018
• Distanza 229.63 km
• Tempo 10:23:45
• Dislivello 3358 metri

Ciò che provo nell’osservare la bellezza di questo luogo, non è paragonabile alle sensazioni che sento.. nel vedere te. Bacio casinista.”

Sicuramente innamorato della sua “casinista”, il tipo che è salito sul Monte Fasce ed ha impresso questa frase, in maniera indelebile, sulla tettoia alla base di un’antenna.

 

Certo, l’emozione di vedere Genova da lassù, è grande per tutti, ma per un ciclista che deve prima, salire al passo Fasce in bicicletta, -e da qualunque parte salga è sempre una grande fatica-, poi deve affrontare il fantasma della strada che si inerpica in vetta, con i suoi tornanti, le pendenze a due cifre, le buche, il cemento, gli sterrati, la ghiaia, le asperità in continua evoluzione a volte il vento fortissimo ed a volte anche qualche autovettura che scende e obbliga a mettere giù il piede per dare strada, ma quando si arriva la in cima, la alle antenne, la dove la strada spiana e finalmente si può tirare un sospiro si sollievo, ecco che quel sospiro rimane bloccato nei polmoni, l’aria non esce, manca il respiro da quanto è bella Genova veduta da lassù.

Una finestra su Genova, il titolo di un mio giro del 19 settembre 2015, allora ero sceso con la bicicletta al di la della vetta, ero curioso di vedere il panorama da quel punto. Ebbene è qualcosa di veramente eccezionale, l’unico problema è stato ripartire per tornare in vetta, la pendenza iniziale del 20% non permette distrazioni.
Volevo farlo anche oggi ma mi è mancato il coraggio.

Il coraggio invece lo si deve trovare per discendere a valle da una strada che sta poco a poco scomparendo. Non so di chi sia la competenza di quel chilometro di mulattiera, che porta lievi tracce di una asfaltatura antica ma da come è ridotta, significa che il traffico veicolare che sale lassù, e stato e forse lo è ancora, di grande importanza. E allora perché lasciare andare allo sfascio una strada dove tutti i fine settimana, sale una sacco gente? Perché non valorizzarla in modo da renderla più accessibile, soprattutto per chi sale in bicicletta.
Genova vista dalla cima del Monte Fasce è una meraviglia.

Come racconta il titolo, oggi, il Monte fasce era lontanissimo dai miei propositi. L’obiettivo principale era un giro del mare a Levante, visto che l’ultimo giro che ho fatto mi sono rivolto verso il Ponente mi è sembrato corretto dare uno sguardo anche dalla parte opposta della bella Riviera Ligure.
Dopo la Bocchetta, salita dal versante di Voltaggio e la successiva discesa verso Campomorone, per raggiungere Bavari, invece della solita strada fatta e rifatta di Creto, sono passato da Trensasco e Montelungo, due salite corte ma di un certo impegno.

 

La discesa ad Apparizione ed il passaggio al bivio di Via Tannini, mi ha fatto tentennare un pochino. Ho avuto la tentazione di svoltare a sinistra e salire al Fasce dalla strada principale ma in questo modo, il giro al mare andava a perdersi, quindi ho proseguito come da copione verso Sturla, scendendo in via dei Mille e proseguendo in riva al mare per qualche chilometro. Via V Maggio, Via Quinto, Via Giannelli, Via Murcarolo, snobbando di brutto la trafficata Corso Europa e l’Aurelia. Poi Nervi con Via Oberdan, via Sala, Via Casotti, Via Capolungo, strade senza traffico, scorrevoli, silenziose, ma la pacchia termina e l’Aurelia torna d’obbligo con Bogliasco, Pieve e finalmente Sori.
A Sori, attacco la salita verso case Cornua, dal versante più difficile, quello di Capreno e Sussisa.
La giornata è fresca, mi sono alimentato con giudizio, salgo bene, oltre le mie aspettative. Mentre salgo, il desiderio del Fasce che avevo avuto ad Apparizione, torna a farsi sentire e a Case Cornua, invece di svoltare a destra, vado dalla parte opposta.

 Il fasce mi chiama ad alta voce e chissà quando ancora riuscirò a passargli cosi vicino. Monte Cornua è il primo scollinamento, poi la strada a 700 metri sul mare prende un andamento sinuoso, molto simile a quella dell’Alta Langa, con la differenza che non si vedono vigneti di Nebbiolo.
Vado e raggiungo il Passo, deciso a tornare indietro appena la strada scende. Ma alla vista delle antenne e di quel cocuzzolo brullo e spoglio, che però sa offrire uno spettacolo immenso, non ho tentennamenti, salgo.
La strada sfatta già dall’inizio, buche come crateri da evitare con cura. 36x30 da subito, la scelta delle traiettorie precisa, accurata, pena la caduta. Qualche pietra inevitabile che fa slittare la ruota posteriore, sterrati sabbiosi difficili da gestire ma tutto va bene, sono in cima a vedere Genova.
Torno a Case Cornua, sosto al piccolo Bar trattoria, la solita consumazione e riprendo a scendere verso valle.
Di solito su questa strada, preferisco Pannesi, Maxena e Sant’Alberto ma oggi cambio, Lumarzo e la val Fontanabuona sono l’obiettivo. 
 Ferriere ed al bivio per Tassorello svolto a destra e inizio a salire alla Colla dei Rossi. Stretta, ben asfaltata ma sporca di fogliame e ricce di castagne. Dura all’inizio per sciogliesi nel tratto centrale tornare arcigna alla fine.
Scollino, non mi fermo e sbaglio.
Dovevo mangiare qualcosa e solo dopo scendere a valle verso Laccio. Non mangio nulla nemmeno quando mi soffermo in un tornante raccogliere un po’ di castagne. Scendo verso Laccio e l’Alta Valle Scrivia, oggi più fredda del solito, non mi fermo nemmeno per coprirmi, ho premura di rientrare.
 La crisi, dietro l’angolo, sbotta improvvisa dopo Montoggio.
Ora sono fermo a frugare nella borsa. Restano due piccole crostate al cioccolato, per inghiottirle devo bere un sorso di cedrata ad ogni boccone ma risolvo. Dopo qualche minuto il senso di inedia, passa e la pedalata torna scorrevole. Ho il vento contrario e mi accompagnerà fino ad Arquata, prima di affievolirsi. Ultimi chilometri all’imbrunire a fari accesi e finalmente doccia calda. La sofferenza più grande di oggi, è stata dover sopportare temperature basse, alle quali non sono più abituato. La soddisfazione più grande, oggi è stata il fuori programma del Mote Fasce e Genova ai miei piedi. SEMPREINSELLA!