Tra i Giri delle Valli, è il più lungo ed impegnativo.
Le salite nel giro di oggi | ||
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Tempo | Salita | |
45':55" | Ponte di Nava - Viozene | 1 |
14':00" | Colle di Nava da Ponte di Nava | 2 |
39':26" | Vetria da Garessio | 3 |
05/07/2017
• Distanza 373.9 km
• Tempo 14:52:28
• Dislivello 3494 metri
Un bel giro, non c'è che dire, un po' monotono nella parte iniziale. Risalire una valle non è come scalare un colle od un passo, si rischia la noia e quindi, pur cercando di rimanere il più possibile vicino al letto del fiume, ogni tanto, soprattutto per evitare certe vie di comunicazione piuttosto pericolose mi sono addentrato nelle colline Astigiane e Cuneesi. Nell'alta valle Tanaro, le cose cambiano, il paesaggio cambia, le montagne, vicinissime, quasi da poterle toccare con una mano, fanno sentire piccoli, creando una sensazione di inferiorità di impotenza nei loro confronti. Mano a mano che la vetta si avvicina la gioia aumenta, l’adrenalina accresce, ed ecco Viozene, la sorgente del Tanaro dove il Tanarello si unisce col Neirone e si forma questo lungo fiume che da quassù arriva fino ad Alessandria.
Questo, dei Giri delle Valli che ho in programma, anche se non è il più impegnativo, è sicuramente il più lungo ed il più monotono. Come tutti i giri lunghi, comprende molta strada in falsopiano e relativamente alla distanza percorsa, contiene poca salita. Non per questo è meno interessante di altri. Nella zona del col di Nava, ci vado quasi tutti gli anni ed assieme ai giri fatti nel biellese, fa parte dei giri più lunghi e difficili. La difficoltà, come dicevo non è dovuta alle grandi salite ma alla grande distanza ed al tempo passato in sella.
Oggi, il Rox ha fatto i capricci e non ha registrato per intero il giro. Sono dispiaciuto per questo, perché il modo di registrazione è molto diverso da quello che ha il Garmin, è più completo e la traccia è leggibile in modo particolareggiato, cose che Garmin nonostante sia sofisticato, non fa.
Partenza che è ancora buio, sono le cinque ed immancabilmente, dimentico le borracce a casa. Niente di male, solo tre chilometri in più per il recupero e finalmente si può partire.
Nella borsa da viaggio: Scatoletta di carne, frutta disidratata, mezzo panino al prosciutto e mezzo con marmellata, cioccolato, crostatine 2 e 2 confezioni di carboidrati liquidi. Caricabatterie, telefono, carta d’identità e cinquanta euro, nel caso dovessi prendere il treno per tornare. In tasca due banane.
La traccia per il Garmin divisa tra andata e ritorno altrimenti si impappina e via verso la valle del Tanaro. L’idea iniziale era quella di arrivare a Pietra Marazzi e risalirla tutta ma saltava fuori un giro da quasi 400 chilometri e non me la sono sentita di fare tanto. Raggiungo la valle a Villa del Foro e risalgo pian piano il fiume, cercando di rimanere vicino ad esso, almeno dove è possibile. Incredibile quanti ponti ci siano sul Tanaro io ne ho attraversati 22.
I primi venti chilometri sono completamente piatti ma da Oviglio, la strada cambia aspetto e gli strappi di Mogliotti, Azzano, d’Asti, Mongardino, San Martino Alfieri e Govone, in ultimo Castagnito, rompono la monotonia e portano un po’ di divertimento. A Mussotto, inizio i 10 km di strada statale, con traffico pesante, sfiorato da camion e auto che vanno a tutta, finalmente finisce e sulla SP7 di Pollenzo torna un po’ di calma. Cherasco, sono dritto sul Tanaro, ponti ad ogni ansa del fiume, strada in falsopiano e vento leggero a sfavore. Sfioro Carrù, Bastia Mondovì, al bivio per Marsaglia ho la tentazione di tornare indietro facendo l’Alta Langa, sono stanco di pianura e so che davanti ne ho ancora molta.
Proseguo, Ceva, chiedo informazioni ad un signore su una specie di tandem, col nipote al sedile posteriore. Mi racconta che fino allo scorso anno faceva circa 20.000 chilometri in bici e poi di botto ha smesso.
Ho mangiato e le forze sono tornate, posso fare una deviazione e raggiungere in soli tre km e mezzo il Col di Nava e il Bar Sorriso e con esso il mio bel cono gelato Lavanda e Miele, una birra e si riparte per il viaggio di ritorno.