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La mia giornata “no” è cominciata questa mattina presto con la telefonata del centralino pronto intervento gas delle ore 04:45, due ore di sonno perdute.
Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:51':52" Colle delle Forche e San Martino da Varinella (Aquata S.)  1
0:28':56" Costa Salata da Rocchetta Ligure  2
0:24':36" Crocefieschi da Vobbia 3
0:47':00" Galleria di Garaventa da Laccio  4
0:45':37" Casal del Romano da Propata  
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16/06/2013
• Distanza 203.1 km
• Tempo 09:06:42
• Dislivello 3034 metri
Ringrazio tutti i ragazzi dell’ASD RUOTA LIBERA Alessandria
per il bel giro di questa mattina, per l’andatura che subito preso la corsa non c’è stato tempo di fare conoscenza perciò mi scuso se non conosco i nomi di tutti.
1. Testare le gambe in gruppo
2. Raggiungere la distanza dei 200 km
3. Superare i tremila metri di dislivello
Tutti centrati in pieno ma il prezzo è stato alto e la media sui 200 km lo dimostra.

 

La mia giornata “no”
è cominciata questa mattina presto con la telefonata del centralino pronto intervento gas delle ore 04:45, sveglia forzata e almeno due ore di sonno perdute.
La partenza alle otto con il gruppo dell’ASD RUOTA LIBERA, 10 ciclisti in tutto, un bel plotone agguerrito, che ha contribuito ad aggiustare in parte il disagio della prematura sveglia.
Dopo una partenza tranquilla, ecco che la prima scaramuccia scoppia violenta a pochi km da Serravalle, per proseguire subito dopo la svolta per Varinella fino a San Martino, dopo la seconda salita quella di Costa salata, accuso dei forti dolori intestinali che consiglierebbero un rientro immediato con il folto gruppo che raggiunta Vobbia, ha deciso di tornare verso casa, ma visto che il buonsenso l’ho lasciato da qualche parte e non ricordo dove, io ho proseguito per Crocefieschi con i ragazzi che avevano deciso di allungare il giro.
Pian piano, il dolore è diminuito e lasciati i ragazzi della Ruota libera che scendevano verso Busalla, ho proseguito sulla strada dei 200 km raggiungendo prima Savignone e proseguendo verso Casella, fino a Laccio dove i dolori si sono ripresentati più forti, unica soluzione entrare in un bar e liberare la bestia che mi fa soffrire.

Ora sto meglio
e proseguo per Montoggio e Torriglia, salendo fino alla Galleria di Garaventa ma le gambe non girano, non riesco a mangiare, sono vuoto di tutto e anche un 4% di salita mi frena tanto che penso di tornare indietro.
Mentre salgo in Torriglia, incrocio Francesco (Quelli che van piano) che scende, ci salutiamo e riprendo coraggio avventurandomi sulla strada per la Galleria di Garaventa. La salita non è dura, la pendenza massima non arriva al 6% ma faccio una fatica terribile, tengo duro so che dopo la galleria si scende per qualche km verso Bavastri e lì conosco un bar dove fanno dei gelati artigianali buonissimi, ma quando ci arrivo scopro che non ne hanno, forse non è ancora stagione, ripiego su un’aranciata e compro dei biscotti da portare a casa.

 Riparto, la salita non è dura ma faccio sempre fatica,
la vista del lago del Brugneto sotto di me, mi accompagna fino a Bavastrelli e tra poco raggiungerò Propata dove la strada si fa veramente dura.
Al bivio si svolta sinistra per la Casa del Romano e ricordo che dopo pochi metri c’è una fontana freschissima che butta in una vecchia vasca da bagno, la raggiungo e mi fermo a fare rifornimento. Non riesco a mangiare, ho solo sete e fino ad ora le fontane che conosco le ho visitate tutte: quella della chiesetta a Casella, l’acqua era calda e l’ho buttata arrivando a quella sulla strada poco prima di Montoggio, poi appena fuori Torriglia c’è n’è una fantastica con le vasche di pietra, dove un ragazzino mi ha raccomandato di riempire bene le borracce perché per un po’ di fontane non ne avrei più trovate, ha ragione la prossima è quella della vasca da bagno.
 Salgo ancora,
la strada va su a strappi a volte anche del 10-11%, e il tempo cambia, in cima al passo di Carrega si vedono nuvole grigie e minacciose ma su di me c’è ancora il sole. Continuo questa interminabile ascesa verso il rifugio della Casa del Romano, l’unica cosa che mi tiene in sella è che dopo sarà solo discesa, quasi fino a casa. Mentre avanzo a fatica, ripenso a come questa mattina salivo San Martino, 6 km in mezz’ora, se mi fossi risparmiato un po’ magari ora non sarei quasi fermo sui pedali, o forse la colpa è della levataccia di questa mattina, oppure della mia pancia che ha fatto i capricci ma che c…o avrò mangiato per stare così male.
Mentre penso a tutte queste cose pian piano arrivo al rifugio e poi al passo di Carrega. 
 Ora si scende,
finalmente è finita, so che ci sono ancora due o tre strappetti ma niente di preoccupante.
Allaccio il giubbino antivento e metto i manicotti, meno male che li ho portati perché scendendo fa freddo. Ancora una sosta all’ultima fontana e poi giù, con attenzione perché la strada presenta buchi e tagli quasi ovunque. Finalmente sono a Cabella Ligure e qui l gelato artigianale non me lo toglie nessuno, poi via verso casa, faccio due conti mi mancano circa 50 km all’arrivo e d il ciclo computer ne segna 140, devo allungare la strada se voglio percorrerne 200 quindi a Serravalle devio per Cassano, Villalvernia, Pozzolo, evitando le rotonde dell’Outlet arrivo alla periferia di Novi e da lì sulla strada dell’andata raggiungo Casal Cermelli.
203 i km in poco più di 9 ore con un ora e mezza di sosta.
10 ore a mezza in bici W il fondello del Pedale Godiaschese.