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2015 05 02 bra bra ancora il giorno prima

Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:17':46" Camo da Santo Stefano B.bo 1
0:08':06"  Tre Stelle da Neive 2
0:13':43" Castagnito da Baraccone 3
0:10':48"  Montà d'Alba 4
0:16':25"  Santo Stefano Roero 5
0:11':42"  Monteu Roero 6
0:25':57"  La Morra 7
0:27':45"  Perno 8
0:52':48"  Bossolasco da Dogliani 9
Giri collegati
La mia Brà Brà
Casal Cermelli - Brà - Casal Cermelli
Rappresaglia sul vento
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02/05/2015       

  • Distanza 217.34 km
  • Tempo 09:35:20
  • Dislivello 2854 metri

Premessa
Forse oggi, sarebbe stato meglio che io fossi rimasto a casa a sbrigare tutte le faccende che di solito si accumulano perché, ho il vizio di andare in bicicletta. O forse dopo un sacco di tempo che NON vado in bicicletta in modo serio, sarebbe semplicemente stato più facile fare un giretto in zona senza andare troppo lontano. Ma vuoi mettere la soddisfazione di spararti 200 e spingi km su percorso della Bra-Bra il giorno prima ma ho allungato il giro, complice il posizionamento anomalo, (confermato da parecchi ciclisti incontrati oggi) ho sbagliato stara più di una volta, per la mancanza di segnaletica, probabilmente rimossa da sconosciuti o posizionata in maniera provvisoria, (speriamo che per domani ci mettano una pezza), l’ho allungato, fino a che mi sono rotto i c.....ni ed a Bossolasco ho preso la via più semplice per rientrare assistito dall'ammiraglia sempre disponibile in caso di problemi, soprattutto di visibilità notturna.
Tutte scuse, la verità è che sono una lumaca in salita e di salita nel percorso lungo c'è n'è veramente tanta e non do la colpa al vento che ho avuto contro già in prima mattina ma che nel rientro è stato un ottimo amico, la colpa è la mia che non ho portato con me una cartina del percorso, che non ho calcolato bene i tempi di marcia e che non ho previsto che la media a causa delle salite si sarebbe ridotta fino al punto di dover chiedere aiuto. le forze non mancavano grazie al vento nella schiena sulla strada del ritorno, mancavano le luci per un rientro sicuro.
Comunque, superati i 200 km, 2850 metri di dislivello su salite non lunghe ma sempre impegnative, un lungo cavalcavia, di 217 km al 4% medio, con partenza da Casal Cermelli e purtroppo recupero a Santo Stefano Belbo. Niente foto oggi, la macchina fotografica è rotta.
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Pantaloncini a tre quarti
Sono le otto e mezza quando parto verso Canelli, le previsioni meteo per la giornata di oggi, sono abbastanza buone, dopo una mattinata nuvolosa, dovrebbe uscire il sole e con esso anche il vento da Sud. fa meno freddo di ieri ma non voglio ancora mettere i pantaloncini corti, ho un paio di tre quarti leggeri con un ottimo fondello che possono tenere le gambe belle calde in una mattina come questa. La maglia è quella bianca e celeste della Nove Colli del 2009, in più lo smanicato del Pedale Godiaschese, sono pronto e protetto da qualsiasi evento atmosferico. Via, Castellazzo B.da, pezzettino di tangenziale per evitare i buchi della provinciale ed è subito Bazzana, il primo strappo della giornata. A Nizza M.to aggiro la galleria mi piacerebbe anche aggirare la SS592 percorrendo la più tranquilla SP105 ma ho fretta  .
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Sul percorso e primo errore
Sono a Canelli, proseguo per santo Stefano B.bo e a circa un chilometro e mezzo fuori dal paese, svolto a destra per quella che sarà la mia prima salita di oggi, Camo , tre chilometri, 7% medio, salita costante. Scollino e la veduta sulla valle del Tanaro è stupenda, nonostante una leggera bruma. Le nuvole che mi hanno accompagnato fino ad ora si sono dileguate lasciando il posto ad un magnifico sole. Scendo verso Neive Borgonovo, qui il tracciato della corsa cambia rispetto a come lo ricordo io, si sale subito a Tre Stelle percorrendo la SP51, tre km e mezzo di salita leggera.  Al bivio per Barbaresco non coi sono cartelli di segnalazione del percorso, istintivamente proseguo dritto sulla SP3, senza pensare che mi riporterà giù nuovamente  a Neive. Dopo un chilometro e mezzo, attraverso il ripristino di una grossa frana non ancora asfaltato e comincio a capire di aver sbagliato la strada.  Proseguo comunque fino all’incrocio successivo e non trovando altre segnalazioni  ho la certezza dell’errore,  inverto la marcia e risalgo la SP3 fino alle indicazioni per Barbaresco. Giro già allungato di 6.6 km su 66 percorsi fino ad ora.

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Comincia il Roero, secondo errore
Recuperata la strada attraverso Barbaresco e mi butto giù per i sette km di leggera discesa fino a Baraccone. Ho appena passato il ponte sul Tanaro e lasciando alle spalle la Langa, ora è Roero, salgo a Castagnito, scendendo poi verso Canale che sfioro appena lasciandolo sulla mia destra, il percorso corre per circa 6 km sulla trafficata SR29, che abbandona subito, svoltando sulla strada per Montà d’Alba. Ho un vago ricordo della salita è leggera e la percorro d’un fiato. Mi serve acqua, la prima fontana che trovo è chiusa, ne trovo una funzionante nella piazzetta successiva e facendo scorta d’acqua ne approfitto per mangiare qualcosa. Riparto e uscendo dal paese, alla rotatoria per la SR29 non vedo cartelli della corsa, ho ancora sbagliato strada, probabilmente c’era una deviazione prima di Montà. Ritorno indietro fino al bivio precedente con la SR29. Trovo un ciclista e chiedo informazioni, anche lui ricorda che la corsa saliva su a Montà d’Alba ma sono anni che non corre la Brà  e potrebbe sbagliarsi. Saliamo assieme chiacchierando e dopo un chilometro circa, vedo seminascosto il cartello di segnalazione che indica di svoltare a sinistra. Saluto il compagno occasionale e vado, nuovamente sulla strada giusta, circa 10 km buttati via e davanti ne ho ancora tanti.
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Il muro di Santo Stefano
La strada che sto’ percorrendo, è secondaria, stretta con un buon fondo si snoda in mezzo alle colline ed in lontananza si sente il rombo di moto fuoristrada, ne incrocio un paio, hanno il numero di gara sul manubrio, è probabile che ne arrivino altre. Poco più avanti, da una stradina sterrata che incrocia il mio percorso, una grossa nuvola di polvere ed il rumore assordante di motori potenti. Eccoli, tutti in fila, sei moto in gara, sfrecciano davanti a me sbucando dalla polvere, li faccio passare e riparto. La strada si inerpica su per la collina ed un cartello poco più avanti segnala l’inizio del Muro di Santo Stefano, 390 metri al 12% medio e una pendenza massima del 18%, deve essere una novità di quest’anno. Salgo con il rapporto più agile che ho, 39x26 e basta appena, supero Santo Stefano e dopo un paio di km in discesa risalgo verso Monteu Roero. Mancano una ventina di km a Brà, la strada è immersa nel verde, incrocio ancora le moto e nell’aria si sente un forte odore di zolfo, medicamento essenziale per la vite.
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Dirittura di arrivo e via verso La Morra
La strada è tipica della bassa collina, sale scende di continuo, sfiora Montaldo Roero e Baldissero d’Alba, si snoda in mezzo a vigneti e castagneti, tutto attorno il profumo delle Robinie in fiore. Una breve discesa e si risale a Pocapaglia, per i partecipanti alla gara di domani, la corsa è quasi finita, mancano pochi chilometri, per me che ora sono a Brà e come al solito smarrisco le segnalazioni per l’arrivo, la corsa è circa a metà strada, mangio qualcosa cercando di ricordare quale direzione devo prendere.  Mi pare che si vada verso Cherasco e li dirigo . La corsa inizia da qui, scendo per la SS661, verso Cherasco e dopo poco ritrovo i cartelli della Brà, mi accodo ad un gruppetto di ciclisti che però si fermano quasi subito, proseguo da solo e superato il ponte sullo Stura di Demonte e quello sul Tanaro, lascio il Roero ed entro in Langa, davanti a me, La Morra, 5 km al 4% medio. La salita non è dura ma ho già parecchi km nelle gambe e il vento contrario non aiuta certo la scalata, uno ad uno, i ragazzi lasciati poco fa, mi superano salutando, ciao, ciao rispondo. Ancora un ciao e un altro che mi supera, il terzo mi dice buon giorno, devo avere proprio l’aspetto del vecchietto che arranca su per una salita facile che loro stanno bruciando ad una velocità il doppio della mia. Non provo nemmeno a stargli dietro, non riuscirei a reggere per molto e comunque la strada davanti a me è ancora lunga, vorrei dirlo a loro e scambiare due parole dopo tanto tempo passato in sella da solo ma sono già lontani.
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Un errore dietro l’altro e cartelli messi male
Scollino La Morra, due le frecce  che indicano il percorso, una a sinistra e l’altra opposta alla prima, chiedo informazioni ad un gruppetto di ciclisti che è assiepato attorno alla fontana, all’angolo di via Umberto I, nessuno sa quale sia la direzione giusta per il percorso. Arrivano altri ciclisti, sanno qualcosa in più. Pare che siano frecce per il ritorno del corto ma non sanno dirmi quale sia l’andata o il ritorno. Tiro ad indovinare e seguo quella per Alba, Annunziata e Garbelletto. Solo ora che scrivo mi accorgo di aver sbagliato ancora una volta strada. Avrei dovuto scendere a Barolo e ricongiungermi con Garbelletto, pazienza ormai è fatta, arrivando alla rotonda tra Uccellaccio e Gallo, vedo l’indicazione “Curva pericolosa” ma porta in tangenziale e mi pare strano. Proseguo dritto, entro in Gallo,vedo altri ciclisti,  scambiamo due parole, anche loro pensano che molti dei cartelli di segnalazione siano messi in maniera impropria, (la frase esatta era diversa ma non la si può scrivere) comunque mi confermano che si deve percorre un pezzetto di tangenziale e così, torno indietro e recupero per l’ennesima volta la strada. Il tratto di tangenziale è cortissimo e il percorso devia subito su strade secondarie.
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E’ Tardi e il vento è contrario
E’ da questa mattina che pedalo contro vento che ora, alle prime ore del pomeriggio è diventato forte ed insistente. Sfioro Castiglione Falletto ed inizio la corta salita che porta verso Monforte, Ancora odore di zolfo, tra i vigneti, un trattore con al traino un atomizzatore, sparge la medicina sulle viti ed il vento fortissimo la porta ovunque. Scendo a Dogliani ed è ancora salita verso Bossolasco. Il vento di lato, la stanchezza fisica dei 180 chilometri percorsi fino ad ora, quella mentale per gli errori sul percorso, fanno sentire pesante questa bella salita. Sempre col vento sul fianco sinistro, avanzo con fatica, le gambe cominciano ad essere stanche ma finalmente scollino. Ora, sono fermo sulla grande rotatoria a Nord di Bossolasco, la salita è terminata, mangio ancora qualcosa anche se l’appetito se ne è andato da un pezzo, segno che sono quasi cotto. Sono fermo e ripenso alla giornata trascorsa in bicicletta, la strada sbagliata più volte, la fatica,  pedalare controvento, le salite, i chilometri compiuti su questo bellissimo percorso della Brà-Brà. Ripenso alle Langhe, al  Roero, il profumo delle Robinie in fiore, l’odore pungente dello zolfo sparso sui vigneti. Mangio per ridare un po’ di forza alle mie gambe, svuotate dai 180 chilometri percorsi fino ad ora, per rientrare seguendo il percorso ne mancano 76, per percorrerli dovrebbero bastare poco più di due ore, se avessi le gambe con ancora un po’ di forza. Ma ho lasciato tutta l’energia sul percorso compiuto fino ad ora e questi pochi chilometri del viaggio di ritorno, quasi tutti in discesa mi spaventano. Sono le diciassette e trenta circa, potrei essere a casa per ore 20 se non succede niente ma se foro o capita qualcos’altro rischio di arrivare con il buio e non ho con me le luci.
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Recupero
Non rischio, chiedo aiuto a casa e ci diamo appuntamento a luogo da destinarsi strada facendo. Riparto verso valle pedalando sull’Alta Langa Cuneese, le forze riprese e da destinare tutte in questi pochi chilometri che mancano al recupero. Per un po’ seguo il percorso, supero Serravalle Langhe e al bivio per Cravanzana, lascio definitivamente la strada della Brà tirando dritto verso Tre Cunei e poi Benevello, scopro solo ora che così facendo ho allungato di un paio di km la strada. Ritorno sul percorso, Rocchetta B.bo, Cassano B.bo, ecco la telefonata di mia moglie che avvisa di essere in prossimità di Santo Stefano B.bo, ci sono anch’io, ci troviamo nella piazza del mercato e la corsa è finita.
Questa è la terza volta che provo a percorrere la Brà partendo da Casal Cermelli, per diverse ragioni, non sono mai riuscito a coprire l’intero percorso, spero ci sia una prossima volta per riuscire a farlo tutto, per ora, il ricordo di un bellissimo giro sulla terra dichiarata a ragione, patrimonio dell’Umanità.