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...neve dappertutto anche in mezzo alla strada, tant’è che gli ultimi metri li salgo a piedi, appoggiato alla bici per non dì scivolare.

Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:42':04"  Pratorondanino da Masone 1
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 22/11/2015
• Distanza 104.81 km
• Tempo 04:42:31
• Dislivello 965 metri

Proato Rondanino
Era in programma da troppo tempo, questa salita anomala che non ha uno sbocco alternativo se non quello di ritornare a Masone, da dove parte. Chiaramente se si attacca con una BDC, mentre con la mountain bike si può proseguire oltre Prato Rondanino raggiungendo la strada tra Praglia e Capanne di Marcarolo. Da troppo tempo desideravo arrivare fino quassù e vedere il mare da uno degli ultimi tornanti. Ma oggi non era proprio la giornata ideale, con il temporale di questa notte che in pianura ha portato vento fortissimo, pioggia e grandine, qui in altura è arrivata la neve. Non molta a dire il vero ma tanta quanto basta a rendere ancora meno agevole una salita che già di suo e con il bel tempo non scorre tranquilla.

Temperatura fresca
Nove gradi centigradi, questa mattina alle 9 e 45. Temperatura costante per quasi tutto il tragitto, strade bagnate all’ombra salendo  la ex SS456 del Turchino e dopo i trecento metri di altitudine, spruzzi di neve adagiati ai bordi della strada e mano a mano che si sale la neve aumenta, non è molta e non da fastidio, sulla carreggiata è già sciolta per il passaggio delle auto ma su, in altura, dopo il bivio per Prato Rondanino, è più presente e in alcuni tratti all’ombra è anche sulla strada.

 La legge di Murphy
Salgo, piano calibrando ogni pedalata, l’asfalto viscido non permette una buona presa della ruota posteriore che ogni tanto slitta. Dopo un po’ trovo la posizione, in piedi, sbilanciando il peso all’indietro e vado su. Sono pochi i tratti che permettono di pedalare seduto. Salgo e al bivio a sinistra per Prato Rondanino, la discesa è ripidissima, scende con pendenze superiori al 15% fino al guado sul Vezzula, qui inizia il tratto finale della salita.
 La strada si stringe e in alcuni tratti manca completamente l’asfalto. Per la legge di Murphy, che recita "se qualcosa può andar male, andrà sicuramente male", capita che in un punto nel quale la strada è stretta, l’asfalto è una striscia strettissima alla sinistra e studi la maniera per cambiare carreggiata sperando che non arrivi un’auto, bene, per la legge di Murphy, ecco che l’auto si materializza e non accenna minimamente di rallentare. Si che sulle strade di montagna la precedenza è sempre di chi sale, ma non vale per le biciclette probabilmente. Mi accosto più che posso e calibro le pedalate, le ruote nello sterrato slittano e fatico a rimanere in equilibrio e quando l’auto è al mio fianco e mancano pochi attimi ad avere la carreggiata libera, ecco, per la legge di Murphy, il buco, sullo sterrato, proprio davanti alla bici, l’auto passa, la ruota finisce nel buco e io metto inesorabilmente il piede a terra. Ora il problema è ripartire, mi porto sulla strisciolina di asfalto alla mia sinistra e dopo qualche tentativo aggancio i pedali e sono nuovamente li che spingo per finire questa salita che mancava da un po’.
 Da qui si vede il mare
Prato Rondanino, neve dappertutto anche in mezzo alla strada, tant’è che gli ultimi metri li salgo a piedi, appoggiato alla bici per non dì scivolare. Foto ricordo della Colnago appoggiata al cartellone indicatore del posto e sono pronto a ripartire per Masone. Salgo in sella ma i pedali on si agganciano, scendo un po’ cercando di infilare le scarpe negli attacchi ma non c’è nulla da fare, Mi fermo controllore scarpe, sotto alle tacchette la neve gelata fa spessore e il pedale non si aggancia. Struscio le scarpe a terra con violenza e la neve si stacca. mentre risalgo in bici rivolgo lo sguardo a destra e tra gli alberi, si vede il mare.
  Due foto e riprendo la discesa. Più in giù, ancora uno spunto per una foto mi fermo e scorgo due ragazzi in mountain bike salire, uno di loro con i calzoncini corti, impenna la bici ogni tanto. Si fermano accanto a me, scambiamo due parole, sono saliti da Masone attraverso il bosco e su a prato Rondanino scenderanno dal versante di Campo Ligure. Ci lasciamo con un imboccallupo. Riprendo ascendere.  fa freschino ora, la discesa non scalda il corpo e indosso il giubbino antivento. Eccomi nuovamente al punto sterrato e per la legge di Murphy, ora le macchine sono due e belle grosse, si incrociano e non c’è posto per passare. si fermano mi fermo anch’io, una arretra e io mi accosto più che posso al lato della scarpata. appena c’è spazio mi butto giù sfiorando le auto. ma che ci vengono a fare quassù in macchina con queste strade, poi.
Masone, discesa terminata, scendo verso Ovada, in programma c’era un’altra strada senza sbocco, il Monte Pavaglione da Campo Ligure ma mi accontento di guardarlo, oggi con le strade che ci sono non è proprio il caso.