...il caldo comincia ad essere asfissiante.
Le salite nel giro di oggi | ||
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Tempo | Salita | |
1:22':10" | Capanne di Carrega da Cabella L.re | 1 |
0:50':00" | Passo del Fregarolo da Loco | 2 |
1:21':00" | Passo del Ghiffi da Borzonasca | 3 |
0:55':00" | Passo della Scoffera da Ferriere (GE) | 4 |
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1/07/2008
• Distanza 277.70km
• Tempo 12:01:49
• Dislivello 3850 metri
Scrivo questo racconto a distanza di anni sulla base dei dati registrati allora sul Polar 710SI e sui lontani ricordi di quel giorno.
Sei e trenta e sono in sella, deciso a raggiungere questo valico sullo spartiacque Ligure-Padano, che conosco solamente in cartografia. Non è una vetta altissima, solo 1068 metri sul mare ma da quando l’ho trovato su di una carta geografica, l’ho piazzato come uno degli obiettivi da raggiungere.
Vado, sulla Carrera d’acciaio, due borracce e qualcosa in tasca, non molto, sicuramente farò una sosta prima di attaccare il Ghiffi, magari a Borzonasca, non so ancora.
Vado deciso, verso Boscomarengo, Novi un tratto della bassa valle Scrivia e poi sulla sempre splendida val Borbera, la giornata si propone piena di sole, 20°C alla partenza che scollinando Capanne di Carrega arrivano già a 29 e sono solamente le dieci di mattina.
Scendo verso Fascia e Cassingheno raggiungendo il fondovalle, seguo il percorso del Trebbia in direzione Piacenza per qualche chilometro, ed a Loco svolto a destra iniziando i 10 km di ascesa del Passo del Fregarolo, con il primo tratto abbastanza agevole che dopo il bivio per Fontanigorda, spiana quasi fino a Casoni e d’improvviso diventa impegnativa, 3 km e mezzo all’8.8%, ancora 500 metri quasi pianeggianti ed ecco a 1200 metri di altitudine, il Passo del Fregarolo. Scendo verso Cabanne in val D’Aveto e percorsi circa 5 km in leggera salita, ecco il passo della Forcella che divide la val d’Aveto dalla vale Sturla. Ora è discesa, 14 km ed arrivo a Borzonasca. È mezzogiorno, in un negozietto di alimentari nel centro del paese mi faccio fare un bel panino imbottito col prosciutto cotto. È enorme, ne mangio circa la metà e il rimanente me lo infilo a forza nella tasca posteriore della maglia.
Attacco il Giffi. I primi sei chilometri e mezzo non sono duri e con le gambe riposate dalla precedente discesa, salgo quasi senza fatica ma su questa salita tutta allo scoperto, il caldo comincia ad essere asfissiante. Il primo tratto è seguito da un breve rifiato i falsopiano negativo e poi inizia la vera salita. La poca ombra che c’era nel primo tratto, ora è sparita e il sole a picco rende la salita un tormento. Trovo duri questi ultimi chilometri, arranco col paninazzo piantato sullo stomaco, senza più un goccio d’acqua, versata quasi interamente sulla testa e sulle spalle. Finalmente, ecco una fontana, sulla sinistra. Sgancio i pedali e mi butto con la testa sotto al getto d’acqua freschissima e riempita la borraccia comincio a versarmela addosso. Mi riprendo in poco tempo e risalito in bicicletta riesco a scollinare. In leggera discesa, raggiungo il passo del Bocco e da li discendo a Borgonovo Ligure.
La meta del Ghiffi è stata raggiunta ora però devo tornare a casa e non sono proprio in buone condizioni. Sfrutto il mezzo panino avanzato e un po’ di energia riesce ad arrivare alle mie gambe.
Il peggio è passato ma per arrivare a casa devo ancora percorrere tutta la Val Fontanabuona, salire a Boasi, Sottocolle e solo a Scoffera posso tirare un respiro di sollievo.
Vado un po’ meno deciso di quando ero partito questa mattina, ora ho 170 km e 3000 metri di dislivello all’attivo, per arrivare circa 100 km.
È interminabile la salita da Ferriere a Boasi, non ho più energie e nulla da mangiare. Penso che oggi ho proprio sottovalutato il giro.
Salgo e Boasi è mia, salgo e Sottocolle è mia, ed infine Scoffera a terminare l’agonia.
Scendo a Laccio e una birra accompagnata da un pezzo di focaccia e un gelato mi danno l’abbrivio per riprendere la via del ritorno. La strada scende gradatamente, gelato focaccia e birra stanno facendo effetto, sono quasi come nuovo. Montoggio, Casella, Busalla, mi sento bene ma non tanto da salire al Pian dei Grilli, per oggi di salita ne ho abbastanza, tiro dritto ricalcando un tratto di strada fatta alla’andata e finalmente è casa.