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sono cotto, sia dalla strada che dalla splendida giornata di sole

2020 08 05 ogni promessa e debito

Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
  Oropa da Biella via favaro 1
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Giri collegati
Oropa 2009: La prima volta
Oropa 2010: Galleria di Rosazza
Oropa 2011: Tre santuari in bicicletta
Oropa 2012: quando la "testa"...
Oropa 2013: Galleria di Rosazza second time
Oropa 2014: 14^ tappa del Giro d'Italia
Oropa 2014: Tutti gli anni vado ad Oropa.........

Ogni promessa, è debito!
05/08/2020
• Distanza 258.40 km
• Tempo 10:32:43
• Dislivello 1724 metri

“Il cinque agosto”

Ei fu.
Dall’Orba al Monte Oropa,
Dalle Risaie al Vino,
Soltanto per vedere,
La Milano – Torino,

Non ho una gran voglia di scrivere,
sono cotto, sia dalla strada che dalla splendida giornata di sole. Del mio corpo, tra le parti coperte e quelle esposte ai raggi UVA, c’è un salto di tonalità pazzesco, eppure ero già abbastanza scuro su braccia e gambe, ora sono bordeaux.
Due cose, comunque le butto giù, così, senza troppe pretese, anche perché su un viaggio ad Oropa, di solito c’è sempre poco da scrivere.
Quattro le province toccate: Alessandria, Vercelli, Biella ed Asti, in pratica mezzo Piemonte, tanti chilometri e poca salita, temperatura fresca all’andata e un po’ meno al ritorno. Vento da Nord fino a Vercelli, poi entrando nella provincia di Biella, si è girato e mi ha dato una mano.
Una mano me l’ha data anche quel bellissimo John Deere che ho agganciato per quasi 10 chilometri, alla velocità di crociera tra i 42 e 44 km/h. rilanci ad ogni rotonda dove rallentava a 18 km/h per sparare a 44 km/h in pochi secondi. Ho tenuto per tre rotatorie, alla quarta seguiva un cavalcavia e sono rimasto li come una pera cotta.
La variante iniziale della salita ad Oropa con gli strappi duri di via Santuario d' Oropa, invece della solita provinciale che tutti fanno. Favaro, indispensabile per dire che si è saliti al Sacro Monte.

La delusione di vedere
che la basilica nuova non è agibile e la gioia di ritrovare la Fontana nel piazzale interno. Qualcuno diceva che la avevano tolta.
La tentazione di salire alla galleria di Rosazza l’ho avuta ma poi avrei dovuto combattere anche la tentazione di scendere giù a San Giovanni e quindi ho rinunciato.
Ritorno alternativo, sfiorando Favaro A e Favaro B ,scendendo dal versante, per altro bellissimo di pollone, proseguendo verso la periferia di Biella senza più attraversarla come all’andata.
Noia, sui dritti stradoni tra le risaie, tra cornacchie ed aironi. Tante le trappole ad ombrello per combattere la Popillia Japonica, divoratrice insaziabile di vegetali.
Santhià, Ronsecco dove sosto per una Moretti grande, un grande gelato e mezza minerale gasata.

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Proseguo per Tricerro,
Trino e devio per Moncalvo. Ho capito male le indicazione del passaggio della Milano Torino, che invece passa a Montemagno, ormai sono fuori strada, cerco di rimediare ma non arrivo in tempo all’appuntamento con Marco e Sara, mi bloccano all’incrocio tra Grana e San desiderio, li vedo li i ragazzi della corsa. Un attimo e non ci sono più. Riparto.
Do a Garmin il compito di guidarmi a casa per la strada più breve, lui mi prende in parola e mi infila in una strada che termina con uno sterrato impraticabile anche a piedi. Rimedio d’intuito e poco a poco, il lumino si spegne e non riesco più ad andare avanti. Vento da NE, debole ma non lo sopporto. Finalmente è Cantalupo e Castellazzo e casa. Mi sto riprendendo, poco a poco il lumino si riaccende.
Ne riparliamo sabato per la Milano Sanremo. Vado a vederla sul Turchino, o meglio quello che quest’anno sostituisce la leggendaria salita, Niella Belbo. Ci si vede la. SEMPREINSELLA!
P.S. andare ad Oropa per me era una promessa fatta, non dico per cosa, è andato tutto bene ed ho pagato il pegno ma penso che questa sarà la mia ultima volta da casa. Forse!