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Cimaferle è conquistata in 28 minuti, ho già quasi 1400 metri di dislivello all’attivo e 85 km...

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Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:03':22" Gamalero da Borgoratto 1
0:27':40" Alice Belcolle da Cassine 2
0:21':03" Montechiaro Piana - Montechiaro d'Acqui 3
0:18':40" Muri di Turpino da Bivio Montechiaro 4
0:06':45" Variante di Roboaro  5
0:29':27" Fondoferle - Cimaferle 6
0:12':28" Belforte e San Pietro da SP456 7
0:28':35" Lerma, Casaleggio Boiro e Mornese da SP170 8
0:24':48" Passo dell'Alpino da SP170 (Monte Lanzone) 9
0:20':04" Sottovalle da Carrosio 10
1:07':19" Colle delle Forche e San Martino da Varinella (Aquata S.) 11
0:26':09" Vendersi da Albera Ligure 12
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Giri collegati:

Giro della Provincia Seconda escursione

Amo questo giro.....

11/07/2014
• Distanza 296.33 km
• Tempo 13:30:28
• Dislivello 3986 metri

Bello ed interessante questo giro della Provincia alessandrina rimasto incompiuto.
La Valle Bormida, le alture tra Montechiaro, Turpino e Miogliola sempre sul filo dello sconfinamento in Liguria, la valle dell'Erro, il passaggio tra Orba, Stura e Piota, la Valle del Lemme, lo Scrivia, il Torrente Spinti, il Torbora ed il Borbera, i monti tra Pallavicino e Giarolo, la Val Curone seguita per un lunghissimo tratto, il passaggio nei pressi di Pozzol Groppo quasi a sconfinare in Lombardia, il ritorno nella val Curone e poi la pianura di Sale, con un caldo infernale.
A Valenza nei pressi del Po' ho detto basta i troppi vettori contrari mi hanno fatto decidere di puntare verso casa.

 

Valenza città,
sono quasi le 5 del pomeriggio, non riesco più a stare seduto sul sellino anzi ogni volta che mi alzo sui pedali per un rilancio dovuto al traffico, poi mi siedo con enorme fatica e parecchio dolore. Non mi era mai successa una cosa simile, in tanti anni che pedalo, e si che di giri lunghi ne ho fatti tanti. Ho superato da poco i 270 km, se i calcoli fatti sono giusti ne mancano ancora 130 o poco più per concludere questo giro della Provincia di Alessandria che sto’ abbandonando. Da una trentina di km non riesco più ad alimentarmi, bevo solamente, il caldo qui in pianura sta’ divenendo insopportabile, il termometro del Rox ora, segna +40°C ma poco fa erano 43. Basta torno a casa, all’enorme rotatoria valenzana sulla SS494 dovrei dirigermi a Nord verso Pomaro, Bozzole costeggiando il Po’ a ridosso del confine Nord della provincia. Basta vado a casa, il caldo, la noia della pianura, il soprasella dolorante, sono 12 ore e mezza che pedalo, basta vado a casa. Le gambe girano ancora bene ma oggi finisce comunque qui alla rotatoria di Valenza, svolto a sinistra, salgo la Colla, e mi dirigo verso Alessandria, ancora poco ed è finita, faccio un calcolo dei km che restano e sono pochi per superare i trecento, non fa nulla, vado a casa.

Erano le tre e venti,
quando sono partito da casa, 15 gradi la temperatura, manicotti e giubbino smanicato sulla maglia Bianco-Celeste del Pedale Godiaschese, faro anteriore e luce posteriore accesi, viveri di conforto e via come al solito, verso Castellazzo Bormida. E’ bello pedalare di notte, c’è calma, tranquillità e oggi c’è luna piena, uno spettacolo anche se non è altissima in cielo rischiara quel tanto che basta per vedere meglio la strada. A Gamalero la prima corta salita, devio dal percorso stabilito scendendo verso il bivio di Sezzadio e risalgo in tangenziale per il tratto necessario a raggiungere Cassine. Ora, la salita per Ricaldone ed Alice Belcolle. La luna scende sempre di più, è prossima al tramonto e quasi sparisce dietro alle belle colline coltivate a vite.

 
  La luna è sparita,
non rischiara più la strada e devo fare attenzione nell’impostare le curve mentre scendo verso Acqui Terme. L’alba è ancora lontana posso contare solo sui miei fari e su qualche lampione. Supero Terzo, ogni tanto incrocio un TIR, proseguendo la mia corsa verso Montechiaro d’Acqui. Ed ecco la prima salita impegnativa, salgo in penombra, il sole non si vede ancora ma la luce dell’alba rischiara il cielo da dietro le colline e superato il bivio per Montechiaro Alto, dai crinali di Turpino, vedo finalmente, piccola, lontanissima, di un rosso intenso la palla di fuoco del sole che ancora una volta viene a rischiarare questo modo.
 Ho portato con me la macchina fotografica,
voglio immortalare i pavoni che da due sabati vedo sempre nel solito posto, poco dopo Pareto ma oggi non ci sono, peccato. Proseguo verso Roboaro, questa volta non sbaglio strada ed al bivio per Frascheto – Sbernera, svolto per la bella stradina asfaltata che unisce la SP217 alla SP216, attraverso Miogliola, raschiando il confine con la Provincia di Savona, tra poco è Fondoferle la terza salita, forse la più impegnativa. Accendo subito la macchina fotografica, voglio immortalare i due cani, il bassotto ed il bracco che da due sabati mi rincorrono, ma anche i cani hanno i loro orari e dato che sono in anticipo di almeno un’ora, probabilmente i miei sbraitanti amici sono ancora nella cuccia. Si accorgono di me quando ormai ho superato la cascina e li sento in lontananza che lanciano il loro grido di allarme.
 
 Cimaferle è conquistata
in 28 minuti, ho già quasi 1400 metri di dislivello all’attivo e 85 km percorsi, ancora qualche strappo e il bivio di Cassinelle è a portata di ruota, svolto e scendo fino a Molare, poi è Ovada e si ricomincia a salire sugli strappi di Belforte, Lerma, Casaleggio Boiro, l’Alpino si avvicina. A Mornese sosto per l’acqua, mangio ed è ancora salita, la quarta salita. Impiego 25 minuti a scollinare e l’altimetria accumulata sale a 2180, i chilometri a 128. La temperatura è salita e scendo senza giubbino fino a Voltaggio, una rapida pausa caffè e si riparte per la quinta cortissima ma non meno impegnativa salita.
 
 A Carrosio svolto a destra per Sottovalle,
la strada è bella, scorre leggera tra le colline un po’ brulle che separano la Val Lemme dalla Valle Scrivia, il tratto duro è poco prima del paese e occorrono gambe buone per superarlo senza problemi. A salita terminata, violo il divieto di accesso al ponte della ferrovia e scendo contromano i pochi metri che mi separano dalla statale 35. Via verso Arquata e verso la sesta e temibile salita di San Martino.
 
 La strada sale dura
a partire da Grondona, ma già a Varinella appena fuori Arquata, iniziano una serie di strappi i cosiddetti mangia e bevi che mettono alla prova le gambe. Salgo verso il Colle delle Forche, l’altro nome di questa strada che sale a strappi per sei chilometri e mezzo, 40 minuti il tempo che ci metto, 166 km la distanza percorsa, 3050 i metri di dislivello e circa 40 km di salita in totale, le gambe stanno ancora bene, io sto’ ancora bene. Mangio qualcosa ogni 30, 40 minuti, la temperatura è alta oltre i 30 °C ma ancora accettabile. Dopo una breve discesa supero il secondo picco del monte per discendere poi verso Roccaforte e Sisola. Costeggiando il torrente Torbora arrivo a Rocchetta L.re, pausa gelato e birra. Riparto carico verso quella che sarà l’ultima vera salita della giornata.
Finalmente seduto sul gradino della porta
un signore forse Rumeno, che finalmente mi da indicazioni esatte mandandomi al bivio per Vendersi e spiegandomi in un perfetto italiano che la strada è molto bella e panoramica e si congiunge con Pallavicino. Salgo, incontrando subito una frana risanata ma manca ancora l’asfalto, ho un po’ di timore per le coperture ma proseguo senza scendere dalla bici. E’ ripida, ma salgo bene, il mio interlocutore aveva ragione la strada è fantastica, le pendenze sono abbordabili tra il 7 e l’11% in lontananza arroccata sul fianco del monte una chiesa, è l’Abazia di Vendersi del X secolo, il paese è vicino, entrandovi resto stupito dalla cura con la quale sono mantenute le case di pietra a vista, vorrei fermarmi per fare un giro turistico al mulino ed alla fontana ma il tempo stringe sempre in questi mie lunghissimi giri e tante cose interessanti le perdo per strada ma torno sicuramente con un po’più di calma. 
 
 
 
 Supero Vendersi,
scollino, lo spettacolo è magnifico, proseguo sul crinale discendendo su Pallavicino, proseguo verso Borgo Adorno, salgo a Giarolo. D’ora in poi sarà tutto più facile, 194 i km percorsi, 70 in salita e 3600 metri di dislivello. Le gambe stanno bene, io un po’ meno, fatico a mangiare è un brutto segno, l’infiammazione a soprasella sta peggiorando e ogni volta che mi siedo sul sellino sono attimi di panico. Scendo fino al bivio con Caldirola poi, costeggiando il Curone raggiungo Fabbica, Gremiasco, San Sebastiano, Brignano Frascata. A Barca dovrei svoltare a destra per Pozzol Groppo ma supero il bivio. Riguadagno la strada a Volpedo salendo al bivio di Pozzol Groppo e svoltando verso Casalnoceto sono al confine con la Lombardia. Percorrendo una stradina stretta ma asfaltata raggiungo Pontecurone, ancora una sosta al bar ma solo per bere, ormai non riesco più a mangiare nulla, sono alla fine. 
Proseguo
per Castenuovo Scrivia, Sale, Alluvioni Cambiò, Grava, viaggio ancora sopra i 30 km/h ma sarà per poco a Valenza è la fine, torno a casa. 296 km, 84 in salita, 3986 metri di dislivello, 8971 kcal bruciate in 13 ore e mezza di corsa, alla partenza pesavo 84.4 kg ora sono 80.2. Bere e mangiare immediatamente.