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Sorge quasi al confine con la Liguria,in una zona montagnosa a 743 metri di altitudine, 101 abitanti e una torre risalente all’anno 1000, costruita a protezione del nuovo paese...
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Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
1:00':16"  Cravanzana, Feisoglio, Niella Belbo 1
0:03':37"  Big Bench Niella da Valentini 2
0:29':47"  Priero - Castelnuovo di Ceva 3
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Leggi anche: Cinque volte a Castelnuovo

22/06/2021
•    Distanza 205.55 km
•    Tempo 8:48:26
•    Dislivello 2001 m
•    Bicicletta Costanza

“Una giornata arieggiata”
1.    Castelnuovo Bormida (AL)
2.    Castelnuovo Belbo (AL)
3.    Castelnuovo Calcea (AT)
4.    Castelnuovo Scrivia (AT)
5.    Castelnuovo Don Bosco, un tempo si chiamava C. d’Asti (AT)
6.    Castelnuovo di Ceva (CN)
7.    Castelnuovo Nigra (TO)

 

Sono sette i Comuni Piemontesi
che si fregiano del nome “Castelnuovo” i primi 5 li avevo visitati tutti in un solo giro qualche settimana fa, per gli altri due, che distano più di 100 km da dove abito, li ho messi in quarantena, aspettando di trovare la forma e soprattutto il coraggio per poterli raggiungere.
Oggi in una giornata piena di sole e soprattutto vento, sono andato a curiosare nella provincia di  Cuneo e il sesto Castelnuovo, quello di Ceva, è arrivato.

 

Sorge quasi al confine con la Liguria,in una zona montagnosa a 743 metri di altitudine, 101 abitanti e una torre risalente all’anno 1000, costruita a protezione del nuovo paese, visto che quello precedente era stato probabilmente distrutto dai Saraceni.
Per arrivarci c’è una sola strada, quasi tutta in salita e quasi tutta al sole e per arrivare a quella strada (la SP55) ho disegnato un bellissimo percorso col passaggio nella valle del Belbo e sull’Alta Langa.
La partenza di buon mattino per cercare di evitare il vento da Sud e poi sfruttarlo al rientro per risparmiare energie.

 
 

Evito di passare per Castelnuovo Belbo
ma Nizza Monferrato è un punto obbligatorio e la via vecchia per Canelli, un’ottima alternativa alla strada provinciale. Proseguo in valle Belbo passando per Santo Stefano e  Cossano, a Rocchetta, la strada inizia a salire leggermente e dopo il bivio per Castino la strada sale in maniera più decisa.
Questo percorso fino a Niella Belbo, l’ho già fatto tante volte e viaggio a memoria. A quest’ora del mattino la strada è quasi tutta all’ombra, passo sotto a Bosia, poi Cravanzana e Feisoglio, a Niella ci arrivo passando per la strada della Spianata dell’Amore e ne approfitto per una sosta alla Grande Panchina Azzurra.
A questo punto per non commettere errori, mi affido al navigatore, che mi instrada per il tetto delle Langhe, Mombarcaro, ma non mi fermo e proseguo in direzione di Sale San Giovanni.

 

 

Ed ecco una sorpresa.
La zona è conosciuta per la coltivazione della Lavanda e in questo periodo i campi sono all’inizio della fioritura. Lascio la strada provinciale e mi infilo su una stradina chiusa al traffico automobilistico, tanta gente che si sposta a piedi per la visita e il “selfie”  obbligatorio con lo sfondo dei campi color  viola. Scatto un paio di foto anch’io ma le faccio senza fermarmi e non vengono un granché.
Proseguo sul percorso, ormai Castelnuovo è a poca distanza.

A Priero inizia la salita,
3.5 km al 7.1% medio, al bivio per Montezemolo la strada scende per mezzo chilometro e poi riprende a salire fino a raggiungere Castelnuovo.
Dopo un veloce giro turistico del paese, salgo dove sorge la torre medievale, l’accesso alla scala è chiuso da un grosso lucchetto, un cartello informa che le chiavi sono disponibili in Comune, scatto qualche foto e riparto verso casa.
Il vento è sempre più forte e in alcuni tratti da veramente fastidio. Pedalo verso Montezemolo e da li evitando la superstrada, scendo verso la postazione della Big Bench Azzurra di Roccavignale.

 
 

Qualcosa è cambiato,
in diversi punti strategici della strada sono state sistemate della tavole e panchine gialle. Le stesse costruzioni, probabilmente di cemento, sono state installate in uno spiazzo adiacente alla postazione della grande panchina, in fondo allo spiazzo, su di una grande roccia che sporge dal terreno è stato installato un grande cuore rosso sormontato dal nome del paese “ROCCAVIGNALE”.

 
 

La foto col la bici issata sulle panche alla base del cuore è irresistibile.
Riparto, seguendo la traccia del Garmin. Questa volta ho controllato bene prima di partire che tutta la strada caricata fosse stata ripresa dalla “Google Car”, ma qualcosa è andato storto, l’auto è passata in una strada sterrata, non me ne sono accorto ed ora a pedalare nella polvere, ci sono io.
Un paio di chilometri e torna l’asfalto. Attraverso Cairo Montenotte e finalmente ho il vento alle spalle.

 
 

Rocchetta Cairo, Dego, tutto bene
ma ora la strada che segue le anse del Bormida di Spigno, mi espone a raffiche di vento fortissime laterali e frontali. Proseguo in questo modo fino a Acqui Terme, il vento un po’ spinge e un po’ frena, comincio ad essere stanco mi fermo in un bar in periferia di Acqui.
Gestore Cinese, chiedo una Moretti e riesco a farmi capire, idem per la minerale gassata, per il gelato ci sono difficoltà, dice che “No, no, no gelato. Nono” Mi pare strano che un bar non abbia gelati, mi accontento delle bevande, 3.50 € senza scontrino e si riparte.
Ormai è finita, Rivalta e il vento si aggiusta un poco.
 Sezzadio e vado verso Castelspina, ancora un tratto verso Est e poi sulla SP185 filo via come l’Amerigo Vespucci con le vele spiegate. Alla fine dei conti questi 200 km sono stati meno difficili del previsto e il Sesto Castelnuovo è arrivato, per il settimo, quello Nigra, in provincia di Torino, dovrò pensarci bene. Tra andata e ritorno sarebbero 262 km, probabilmente troppi e da fare assolutamente senza il vento da SUD.
SEMPREINSELLA!