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Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:00':00"  Bric Berton da Cassinelle 1
0:00':00"  Valico La Carta da bivio Bric Berton 2
0:00':00"  Passo del Faiallo da San Pietro d'Olba 3
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16/02/2013
• Distanza 132.97 km
• Tempo 06:08:41
• Dislivello 1860 metri

Partenza da Casal Cermelli
alle ore 10 e 40 circa, 3 °C, strada asciutta, vento assente ed un bel sole che presto alzerà la temperatura. Neve dappertutto che aumenta man mano che mi allontano da casa, direzione obbligatoria Predosa e la cresta di Carpeneto, è la strada più corta per raggiungere Cassinelle. Di ciclisti in giro nemmeno l’ombra, l’unico demente che va in bici questa mattina sono io e tenuto conto della strada che voglio fare penso che non troverò nessun collega per moltissimi chilometri.

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Sono a ritroso nel tempo,
sulle orme del giro dello scorso 11 marzo 2012, che percorro però con una piccola variante, invece di attaccare Cassinelle da Molare, risalgo fino a Cremolino, svoltando a destra nella discesa verso Molare e poi a sinistra al bivio per Morbello, da qui, sono perfettamente allineato con il percorso dello scorso anno e da qui la strada comincia a salire leggermente per qualche chilometro, poi dopo Galanti si fa un po’ più dura e dopo il bivio per Bandita è salita tra il 6 e l’8% con punte tra il 10 ed il 13%, poi spiana e la strada prosegue in altalena con strappi duri e ripide discese fino al bivio per Cimaferle dove si svolta a sinistra per Abbasse, Piancastagna, Moretti.
Ancora una corta discesa e poi lo strappo per il Bric Berton, lungo circa 1 km, due o tre tornanti tra il 5 ed il 6% e poi falsopiano fino in vetta, e ancora giù per una velocissima discesa, freni tirati, prestando molta attenzione alle curve bagnate, nella bella stagione, si può raggiungere anche gli 80/90 km/h nei tratti in rettilineo ma oggi non è il caso.

Al bivio successivo
svolto a sinistra in direzione di Palo, ancora poca salita a superare la frazione di La Carta e poi si scende fino a San Pietro d’Olba. Lascio sulla destra il bivio per il Monte Bejgua via Pianpaludo e superato il corto viadotto svolto a destra in direzione Vara, la strada è panoramica e sulla destra si svela tra la spoglia vegetazione un piccolo lago completamente gelato.

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La salita al Faiallo
dal versante di Vara è lunga circa 12 chilometri con una pendenza media del 4.6% e solo in qualche tratto arriva a toccare punte del 7%, quindi non dura, e nemmeno molto lunga ma ad inizio stagione e con pochi km nelle gambe, fatti in modo incostante, è comunque impegnativa. Salgo piano, trai 400 ed i 600 m/h di VAM , non voglio sudare troppo e poi detto francamente salire più in fretta non potrei, lo spettacolo della neve alta ai bordi della strada ripaga di tutta la fatica che sto’ facendo.

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Tra Vara Inferiore e vara Superiore
a sette km dalla vetta un cartello avvisa che il passo è chiuso per neve ma so’ che con la bici si passa comunque e allora via fino in vetta, supero la sbarra, ora è discesa e da li sono sicuro che non troverò autoveicoli ma attenzione comunque, perché è pieno di gente a piedi che cammina in mezzo alla strada. In un tratto rettilineo qualcuno ha costruito un piccolo pupazzo di neve proprio sulla linea di mezzeria, lo scanso facendo un po’ di slalom tra le persone che passeggiano fino a raggiungere l’atra sbarra, una decina di macchine parcheggiate in fila spiegano la presenza di tanta gente a piedi.

Dopo la sbarra
la circolazione stradale è aperta a tutti, scendo comunque veloce, la strada è asciutta ed in poco tempo sono alla galleria del Passo del Turchino. Di colpo, la strada diventa un torrente, il sole ed il panorama bellissimi scompaiono, lasciando il posto ad una gelida ombra, un fastidioso vento di tramontana soffia ostinato ad impedire una discesa fluida. Fa freddo e l’acqua che alzano le ruote bagna fastidiosamente sella e soprasella, non vedo l’ora di arrivare ad Ovada, da li mancano solo una ventina di chilometri a casa, poi resterà solo il ricordo di un altro bel giro sul Faiallo.

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Confrontando il giro di oggi
con quello dello scorso anno, ho incrementato il dislivello totale di soli 135 metri, perdendo inesorabilmente 31 minuti sul giro completo. Le cause sono essenzialmente il poco allenamento, lo scorso anno all’epoca di questo giro avevo nelle gambe un migliaio di km, mentre alla partenza di questo giro, erano solo 430.
Secondo handicap, le strade bagnate in discesa ed un leggero vento in pianura, hanno frenato la corsa di rientro a casa. Quasi 133 km, 1860 i metri di dislivello superati in 30 km di salita, il racconto del giro dell’anno scorso è migliore di questo ma a differenza di oggi, non avevo la macchina fotografica.