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Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
1:05':42"  Passo del Turchino da Ovada 1
0:48':44" Bric del Dente da Galleria del Turchino 2
0:41':14"  Passo della Crocetta da Rossiglione (Tiglieto) 3
0:12':27"  Monte Calvo da passo della Crocetta-Tiglieto 4
0:30':53"  Strada Garrone dal guado 5
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09/02/2014
• Distanza 142.38 km
• Tempo 07:03:57
• Dislivello 2376 metri

Giornata fantastica,
con qualche contrattempo ma da ricordare tra le esperienze più belle.

Ogni tanto la cazzata la faccio
e capita così, all’improvviso, senza preavvisi senza premeditazione, capita e basta, ti ritrovi nella “nita” (dal Piemontese melma, fango) senza sapere il perché o meglio, il perché lo sai ma non vuoi ammetterlo e così cominci a dare la colpa a questo a quello alle poche ore di luce, al fatto che le indicazioni non erano precise ma sai benissimo che la colpa è solo la tua, sei tu che scegli la strada e sei tu che la sbagli.

Quando sono partito,
nella tarda mattinata, avevo ben chiaro nella mia mente il giro che dovevo fare. Ovada, passo del Turchino, passo del Fajallo, Acqua Bianca, Tiglieto, il Termo, Ovada e casa, la strada tutta stampata nella mente, come un gpx di Google ma ci sono gli imprevisti e contro questi non si può nulla.

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Che ci fosse la neve sul Fajallo
lo sapevo ma lo avevo fatto anche l’anno scorso in febbraio e non avevo trovato difficoltà, anzi devo dire che era stata un’esperienza fantastica, muri di neve alti quasi due metri ed io padrone assoluto della strada, che ho percorso senza ostacoli, questo succedeva lo scorso anno e dato che è stata un’esperienza bellissima, ho pensato di fare il bis salendo dal versante opposto. Ma nonostante la neve ammucchiata ai bordi della strada fosse molta meno dello scorso anno, questa volta era adagiata pigramente in mezzo alla strada, non posso dire che non mi abbiano avvertito, perché gli unici due ciclisti che ho incrociato mi avevano avvisato che non si poteva passare ma “testa dura niente ascolta” e così ho continuato fino a raggiungere una decina di macchine parcheggiate ai lati della strada che stavano ad indicare che al di la della sbarra chiusa, c’erano persone a spasso in cerca di quiete ed aria buona. Ho superato l’ostacolo ed ho proseguito su una strada perfetta asciutta, con poca neve ai bordi dopo poco, le prime persone a spasso, chi col cane chi con i bastoni da trekking, poi, ad un tratto ecco la prima neve in mezzo alla strada, una decina di centimetri, scivolata dalla scarpata verso valle, sul lato del guardrail uno spazio per le ruote e passo senza scendere dalla bici, ora è la strada è tutta pulita e proseguo.

Qualche centinaio di metri
e ancora neve su tutta la carreggiata con in mezzo le tracce di pneumatici di una bicicletta e allora, giù dalla sella e si prosegue per una decina di metri a piedi, la neve è morbida e sprofondo un po’ con le scarpe ma il tratto è corto e in un attimo sono all’asciutto. proseguo ancora in sella fino ad un altro cumulo di neve, stessa procedura, giù dalla bici e si prosegue a piedi, incontro una coppia che sta scendendo e chiedo loro come sia la strada al di la del tornante dove la strada scende per qualche centinaio di metri e poi risalire verso la vetta, mi dicono che anche loro hanno rinunciato perché la neve è veramente tanta e non si fidavano a proseguire.

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  Decido comunque di andare a vedere.
Supero sempre a piedi due o tre cumuli di neve fino ad arrivare ad un tornante appena sotto al Bric del Dente, dove ho una buona visuale della strada e li mi convinco che non è possibile proseguire, sono a circa 1000 metridi altitudine e manca poco alla vetta ma il poco buonsenso che mi rimane mi ordina di fare dietrofront.

Con qualche difficoltà
risalgo il Dente per poi scendere verso il passo del Turchino, superando ancora una volta a piedi i tratti innevati, dopo la sbarra è tutto più facile e scendo veloce fino al bivio per la Cappelletta di Masone. Svolta secca a sinistra, e su per la corta salita che conduce alla chiesetta, poi con la massima attenzione inizio a scendere verso il paese per la stretta e ripida via della Cappelletta.

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 Ora sono nuovamente sulla strada del Turchino,
la discendo fino a Rossiglione, dove decido di rifarmi dalla disfatta del Fajallo, salendo fino al passo della Crocetta o Tiglieto che dir si voglia. La temperatura è gradevole, la strada pulita e salgo bene, la salita al passo della Crocetta non è dura e una volta in cima decido di proseguire a sinistra per il Monte Calvo. La strada, da subito dolce sale gradevolmente ma il fondo non è buono e c’è acqua che scorre dappertutto, improvvisamente la salita cambia volto e si inasprisce, diviene cattiva, con tornanti secchi e pendenze tra il 9 ed il 12%, per fortuna il tratto è breve e sono in cima al punto panoramico, scatto qualche foto e ridiscendo verso i passo e poi ancora giù, da dove ne ero venuto fino al bivio per le valli del Latte.

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La mia intenzione
sarebbe quella di percorrere la strada che arriva ad Ovada passando per il Termo ma l’ho percorsa una sola volta e nel senso opposto, non la ricordo molto bene, ho ben presente che il fondo stradale era nuovo ma ho dei dubbi sulla strada da percorrere ed infatti arrivando al bivio, sbaglio e proseguo per la val Garrone e laghi di Ortiglieto invece di salire a destra verso Rossiglione e prendere il bivio successivo per il Termo guadagnando rapidamente Ovada e casa, ecco che scendo per qualche centinaio di metri e trovo sulla destra una sorgente, riempio le borracce quasi asciutte.

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 Strano non ricordo la fontana,
va a finire che sono sulla strada sbagliata, questo è il primo pensiero che mi viene naturale ma proseguo ugualmente, mano a mano che scendo non trovo riscontri nella memoria del giro fatto quest’estate con Marco e Sara. Infatti quando in fondo alla valle, la strada finisce in un guado impraticabile, ed ho la certezza di avere sbagliato la strada. Devo per forza ritornare indietro superando pendenze a due cifre, che mettono a dura prova le mie gambe.

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 Finalmente sono nuovamente all’incrocio Garrone,
ma non voglio più correre rischi, so che la strada del Termo porta a tanti bivi e per non sbagliare ancora strada, ridiscendo verso Rossiglione. Arrivando in paese decido di dare un avviso a casa del mio sicuro ritardo, ora la preoccupazione più grande per me è l’arrivo imminente del buio, scendo verso Ovada a razzo, proseguo verso casa dirigendo sulla SP185 che porta meno traffico della parallela 155.

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Quando arrivo a Predosa è quasi buio
e compio l’ultimo tratto da Portranova a Casal Cermelli nella quasi completa oscurità. È andata bene, le luci di cortesia, comprate da poco, sono ancora imballate nel pacchetto di spedizione, sarà meglio montarle sulla bici, per un prossimo arrivo al buionon si sa mai. Comunque, 142 km, 29 di salita, 7 le ore in bici e a piedi, 5600 la kcal sperperate, due kg in meno sul peso di ieri ma farò il possibile per recuperare.