Le salite nel giro di oggi | ||
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11/03/2012
- Distanza 132.95 km
- Tempo 05:37:00
- Dislivello 1725 metri
La strada sale,
come la temperatura siamo a 14 °C, si sta bene, meglio di qualche km fa in discesa, il termometro segnava 11°C, la neve che mi accompagna ormai da Cassinelle è sempre più presente a occhio ce ne saranno 30 cm ai bordi della scarpata. Ripenso a questa mattina, quando uscendo di casa il mio obiettivo era quello di raggiungere i Bric al negozio Olmo per partecipare al giro proposto su FB ma…. poi ho intravisto un gruppetto di ciclisti in attesa al semaforo di Casal Cermelli.
Fabrizio Conti
con i ragazzi delle Ruote Libere diretti verso Cassinelle, Grognardo, Acqui, Baretta ecc. Così ho cambiato idea e mi sono aggregato.
La strada continua a salire
come la temperatura e anche la neve, anch’io facendo un po’ di fatica, salgo la strada per il passo del Faiallo dal versante di Vara, si alternano pendenze dal 4 al 7%, le gambe girano a 70 rpm ma in certi punti devo già mettere il 25. Ho lasciato i ragazzi delle Ruote Libere mentre prendevano un caffè a Molare, solo coi miei pensieri ho scalato Cassinelle ed ho proseguito verso il Bric Berton, questa salita mi piace, la faccio volentieri soprattutto il tratto duro dove è stata modificata la strada, si deve salire in piedi il 12% di pendenza non permette altro.
La strada sul Faiallo è sempre in salita,
il tempo cambia, il cielo si riempie di nubi ed il sole sparisce a tratti per ritornare improvvisamente abbagliandomi con il riflesso della neve che ora è più uniforme, dove è ammucchiata ha raggiunto in alcuni punti almeno 50 centimetri. Penso di essere un incosciente, siamo solo a marzo e il Faiallo è imprevedibile in ogni stagione, non ho più camere d’aria di scorta l’unica che avevo l’ho montata sul tratto più duro della salita dopo Cassinelle dove, grazie alla strada tipicamente di montagne ed a un Grand PRIX 4000 con più di 8000 km, mi è letteralmente esploso il pneumatico, per fortuna ero in salita e devo confessare che cambiare una camera d’aria su una pendenza del 12% non è semplice, come non è semplice risalire in bici per ripartire.
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Salgo ancora,
ora il Faiallo è diventato improvvisamente leggero, la pendenza è al 2 % posso mettere il padellone e ne approfitto per indossare il giubbino anti vento e mangiare qualcosa, l’ultima volta che ho messo cibo sotto i denti ero ancora a Palo, dove per bere ho dovuto calpestare la montagna di neve ammucchiata davanti alla fontana. Ho diluito la Coca Cola rimasta nelle borracce e proseguito per la salita de “La Carta” poi discesa fino ad Urbe e dove ho iniziato la salita al Faiallo, 12 km che sto quasi terminando.
Ultimo strappo,
ancora neve, dappertutto, il parco picnic ne è tutto coperto ma qualche temerario sta cercando di accendere il fuoco per la brace, la temperatura è scesa, un forte vento di tramontana soffia fortissimo e il cielo è coperto, il Faiallo non si smentisce mai. Su questa salita ho trovato tutte le condizioni atmosferiche possibili, il sole estivo,fortissimo, accecante, snervante. Il tunnel di nebbia creato dal forte vento di mare che porta le nubi ad ammucchiarsi contro le alte pareti della montagna, percorrerlo è eccitante, strano, inconsueto, vedi benissimo la strada ma la nebbia ti attornia senza toccarti, sei in una vera galleria, ai lati della strada e sopra di te nuvole imprigionate dal vento contro la roccia e tu ci passi dentro senza toccarle. La grandine e la tempesta di un luglio lontano negli anni non le ho ancora dimenticate, quando, troppo testardo per tornare indietro e troppo orgoglioso per fermarti al riparo, prosegui, con la grandine che ti colpisce la braccia e le gambe nude ed il vento che ti sposta di lato la bicicletta salendo più in fretta che puoi perche sai che in vetta sicuramente c’è il sole. Oggi la neve ma è ferma adagiata sui fianchi della montagna, scolpita dal vento che soffia, indifferente al mio disagio.
Sono in vetta,
l’altimetro un po’ sfasato dal cambiamento atmosferico segna 1089 msm, allaccio il giubbino e giù a tutta, devo fare attenzione ai punti in cui si sta sciogliendo la neve ed alle raffiche di vento nei punti scoperti. La temperatura scende con la strada così pure la quantità di neve. 50, 60 km/h in discesa non mi aiuteranno a far salire la misera media che ho raccolto in salita. Ho fame e penso ad al piatto di pasta fumante che mi aspetta a casa, divago, invento una ricetta per dimenticare che fa freddo. Penso ad un soffritto in un abbondante olio di oliva extravergine di peperoncino ed aglio tagliato a fettine. Tolgo l’aglio ben secco ma non bruciato ed aggiungo i cavolini di Bruxelles (bolliti questa mattina) tagliati a tocchetti, tonno sott’olio e lascio scaldare appena. Aggiungo la pasta già cotta e condita con panna e prosciutto insaporisco con l’aglio croccante e saporito e buon appetito. Non è certo un mangiare da ciclista ma la fame fa brutti scherzi.
Scendo,
la neve sempre meno e la temperatura che pian piano si alza. Sono arrivato al primo dente devo cambiare rapporto se voglio salire senza fatica. Scollino e ancora giù a rotta di collo fino al secondo strappo che risalgo facilmente per il forte vento che mi spinge da dietro, l’ultima fatica l’ultima salita ora passata la galleria del Turchino mi mancano circa 50 km a casa e penso al vento che mi sbarrerà la strada quando sarò sul piano. Questa mattina le previsioni davano vento leggero da N NW ma quello che soffia adesso è tutt’altro che leggero.
Sono ad Ovada,
per fortuna il vento in pianura è poco e proseguo spedito verso casa. 1725 metri di dislivello superati, 5 ore e mezza, 133 km, una doccia calda, e un piatto di pasta cucinata con la ricetta studiata scendendo il Faiallo. Sarà stata la fame ma era veramente buona. Sono nuovo.