fb e mail ridewhitgps logostrava logogarmin logo
...un fantastico gelato ai gusti “Lavanda e Miele”,

2013 07 06 upega tre valli belbo tanaro bormida

Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:37':20" Cravanzana da Santo Stefano B.bo 1
0:25':37" Pedaggera via Cerreto Langhe 2
0:13':03" Col di Nava da Ponte di Nava  
1:43':39"  Colletta delle Salse da Mendatica  
logo transparentfotofacebook

06/07/2013    
•    Distanza     323.21 km
•    Tempo        13:17:15
•    Dislivello     3579 metri

 

Valle del Belbo
 il sole non si vede ancora ed io sono già in bici diretto verso la valle del torrente Belbo, la strada prevista per oggi è tanta, circa 350 km, non molta di più dei 318 km percorsi due domeniche fa nel giro del Colle di Caprauna, quindi dovrei farcela senza problemi ma in bici non tutti i giorni sono uguali e quello che può succedere è sempre imprevedibile. Casal Cermelli, Castellazzo, la strada che mi porta a Ceva è un interminabile falsopiano che risale la Valle Belbo a partire da Oviglio, proseguo con il sole ancora basso alle mie spalle verso Nizza Monferrato, Calamandrana, Canelli, Santo Stefano Belbo, Cossano B., Rocchetta B. al bivio tra Castino e Borgomale inizia la prima salita, quella di Cravanzana e Feisoglio, leggera, dura solo verso la fine, dopo una corta discesa imbocco quella di Bossolasco, terminata la quale sono in Alta Langa dopo circa 75 km di corsa.

Buona compagnia
Lungo la strada ho già incontrato un paio di ciclisti ma la loro andatura era molto più bassa della mia e ho dovuto lasciarli, ora no, questi tre ragazzi che ho trovato in Alta Langa hanno un passo simile al mio e ci accompagniamo per qualche chilometro chiacchierando, assieme, sempre nella valle del Belbo raggiungiamo Murazzano. Vengono da Alba e sono alla ricerca di una salita che da Montezemolo risale fino a Murazzano, mentre si chiacchiera a uno dei tre nel tentativo di cambiare rapporto, scende la catena e ci fermiamo per dargli una mano, ripresa la corsa di lì a poco la nostra strada si divide, io devo scendere verso Ceva, mi augurano buon viaggio, ci salutiamo loro proseguono per Montezemolo dove il Belbo nasce ed io lasciata la valle che fino ad ora mi ha accompagnato scendo per la bella strada, lunga un decina di Km che porta a Ceva. Scendendo i primi chilometri si vede nella sua totalità la città in fondo alla valle, scatto un paio di foto, quando arrivo nel centro abitato, incontro una ragazza in bici da corsa, ha un buon passo, le tengo ruota mi dice che sta’ andando al lavoro in ospedale, è stata chiamata in radiologia in quanto reperibile, le racconto del mio viaggio un po’ pazzo e mi augura che tutto vada bene.

 

Alta Valle Tanaro
Proseguo solo, la strada per Ponte di Nava è ancora un lungo falsopiano di circa 40 km, ora sono nella valle del Tanaro la risalgo bene attraversando i paesi di Nucetto, Bagnasco, Priola, lungo la strada incontro un treno di ragazze con zaini e mountain bike, più avanti un’altra sola ma dello stesso gruppo che ha aumentato un po’ l’andatura. A Garessio mi fermo per mangiare, fino ad ora ho inghiottito pedalando alcuni mini panini che mi sono portato da casa ma ora ho bisogno di qualcosa di dolce, un frutto ed acqua fresca, un negozietto di alimentari, la “Stella Alpina” fa al caso mio. Riparto sempre nella Valle Tanaro poco prima della bella cittadina di Ormea, mi fermo vicino ad un serbatoio dell’Acquedotto Municipale, qui l’acqua è in abbondanza e quando i serbatoi sono pieni vengono scaricati dal troppo pieno ma c’è qualcosa che non va, l’acqua fuoriesce anche da un comparto valvole chiuso con un lucchetto, ne approfitto per rinfrescarmi e scatto qualche foto.

 

Lavanda e Miele
Sono a Ponte di Nava è d’obbligo la sosta alla fantastica fontana rappresentante un angelo con l’incisione sul fianco sinistro

“CHI HA SETE VENGA A ME
IO SONO L’ACQUA VIVA DISCESA DAL CIELO
BENEDETTO SII TU PER SORA ACQUA”
E sul fianco destro
“CHI BEVE DI
QUEST’ACQUA
NON AVRA’
PIU’ SETE”


Bevo, mangio ancora, accanto a me un banchetto di frutta e verdura con una montagna d’aglio nuovo, riparto per i tre chilometri che mi separano dal Col di Nava sapendo già che farò un’altra sosta al Bar del Sorriso per un fantastico gelato ai gusti “Lavanda e Miele”, lo avevo assaggiato in un precedente viaggio due anni fa e non l’ho mai scordato. Salendo raggiungo tre ciclisti che probabilmente arrivano da Caprauna, uno è stremato e si pianta a pochi metri dal colle. La salita è leggera ma se nelle gambe ci sono già i 32 km del Caprauna anche un cavalcavia diventa pesante. Mi gusto il gelato scambiando due chiacchiere con altri ciclisti arrivati da un fuori strada in mezzo ai boschi, consiglio loro lo stesso gelato ed apprezzano. Ho 140 chilometri all’attivo sono quasi a metà strada, un gruppo di anziani ciclisti ai quali chiedo informazioni sulla strada per Cosio d’Arroscia, saputo da dove ne vengo e quale sia il tragitto che intendo fare mi danno del matto (hanno ragione) e uno di loro aggiunge che se voglio fare tutta quella strada, di gelati ne devo mangiare un bel po’.

 

Un vecchio ricordo
Scendo deciso per il col di Nava facendo attenzione a non saltare l’incrocio per Cosio, dopo un paio di km eccolo puntuale come mi avevano spiegato a destra di un tornante, lo imbocco, e subito mi ritrovo su di una fantastica strada coperta dal bosco, il fondo è bello e gradatamente scende, raggiungo il borgo medievale di Cosio D’Arroscia e poi Mendatica, qui inizia la salita verso Upega si passa da 780 mslm a 1627 metri del colle delle Salse su un totale di circa 20 km, i primi 6-7 sono abbastanza duri ma sto’ bene e salgo piano ma senza fatica, il tempo sta’ cambiando e in cima alle Salse si intravvedono grosse nubi scure, la temperatura scende rapidamente sfiorando i 20 °C, salgo ancora per un tratto meno duro fino a raggiungere Monesi e poi Briga Alta, qui sosto qualche minuto all’esercizio “Bar-Trattoria-Alimentari "Un post ar suu", ho il ricordo di un vecchio giro che feci una ventina d’anni fa quando coi bimbi piccoli eravamo in ferie da quelle parti, allora avevo scalato il col di Nava da Pieve di Teco puntando subito su Mendatica, la bici era vecchia, i rapporti 52-42, 14-24 le gambe molto più nuove di oggi ma anche molto meno allenate, ricordo che ero senz’acqua e con sole 500 lire in tasca le spesi tutte per un succo di frutta proprio in questo locale. Ricordo la fatica di quel giorno salendo il tratto più duro da le Salse al colle con un 42x24 1,75 il rapporto, pari quasi a quella di oggi mentre salgo la stessa strada tirando il 39x26 1,5 una bella differenza.

 

Alle sorgenti del Tanaro
Mentre salgo, la mia attenzione è per un grosso uccello che volteggia alto sullo sfondo grigio del cielo, poi scompare per riapparire più vicino dopo poco, mi fermo e scatto alcune foto con il contrasto del cielo non riesco a vedere nulla nello schermo e scatto a caso, una foto riesce ma l’inquadratura è troppo lontana non oso pensare che sia un’aquila, probabilmente è un grosso falco che sta cacciando. Proseguo, sono alla Borgata di Le Salse, ora viene il bello gli ultimi km sono i più duri, stringo i denti salgo e quasi d’improvviso, la salita finisce, indosso l’antivento e giù, giù, finalmente si scende, sono nel versante nord quello piemontese la strada è discreta scendo veloce, alla mia sinistra la roccia è stata scavata per ricavarne la strada ed in alcuni punti sporge sopra la mia testa a semiarco, scendo ancora, rischio scattando alcune foto senza fermarmi, alla mia destra scorre in embrione il Tanaro, poco più di un ruscello. Ora sono di fronte ad una galleria che bypassa un tratto di strada franato, il fondo non è asfaltato e coperto di ghiaia, decido di passare sulla frana e bici in spalla salto a fatica i pochi metri di detriti proseguendo poi a valle della corta galleria. Si alternano tratti in discesa e tratti in piano e sono nuovamente a Ponte di Nava.

 C’è qualcosa che non va
Ho chiuso l’anello di 53 km in circa tre ore, un’esagerazione, non mi fermo, proseguo sulla strada del ritorno ho quasi 200 km e ne mancano circa 150, comincio a preoccuparmi, scarto l’idea studiata a tavolino di risalire Vetria da Garessio raggiungendo Calizzano e da lì ancora salire al Melogno per scendere direttamente a Bormida, San Giuseppe e Cairo M.tte, meglio proseguire nella valle Tanaro a ritroso fino a Ceva da li risalire Montezzemolo, si Montezemolo, 10 km leggeri i primi 7 gli ultimi tre duretti per le mie gambe vuote ma ora, c’è qualcosa che non va, mi sono fermato a Garessio per mangiare, finiti i viveri ho comprato qualcosa, sempre nell’alimentari “Stella Alpina”, avevo voglia di uva, un panino, una scatoletta di carne Simmenthal e da bere, una panchina appena fuori dal paese va bene in semiombra mangio quasi tutto, la sonnolenza che accusavo scendendo verso Garessio, sintomo di crisi da fame, ora è passata, risalgo in bici è ancora falsopiano a scendere, niente vento, solo un po’ caldo e vado veloce verso Ceva, ormai ho deciso per Montezemolo, salgo gli ultimi tre km a fatica, c’è qualcosa che non va. Al bar della rotonda mi fermo, ho sete, prendo un Gatorade blu lo butto giù piano è freddo, in paese è festa, banchetti ovunque e tante persone. Proseguo, ora è discesa ma qualcosa non va, sento che sto’ per vomitare, forse la fatica, forse il Gatorade, non so’ mi fermo su un viadotto, vomitare in bici non mi sembra il caso mi è già successo ed è un vero disastro. Sbocco una, due, tre volte, fino a che nello stomaco non rimane nulla, ora sto’ bene.

 Valle Bormida e poi buio
 Riprendo la discesa, veloce verso Millesimo ecco la valle del Bormida mi accompagnerà fino a casa se ci arrivo, ancora una strappo e sono a Cairo, via, via vado a casa ma è tardi, non posso farcela ad arrivare per il chiaro, mancano circa 80 km non ce la faccio. Non riesco a bere, non riesco a mangiare ma le gambe girano, l‘adrenalina fa miracoli, scendo veloce verso casa ma non posso farcela per il chiaro. Rocchetta, Piana Crixia, Merana, Spigno, squilla il telefono, è mia moglie Ornella che chiede se tutto va bene, rispondo di si, non voglio preoccuparla, so’ che già lo è, proseguo, Montechiaro, Ponti, Bistagno, sempre più vicino e sempre meno luce, il sole tramonta tra poco sarà buio,Terzo, Acqui Terme a Strevi squilla nuovamente il telefono è mio fratello Francesco, che chiede notizie, propone un recupero in auto, accetto, proseguo. Rivalta Bormida, Castelnuovo, due fari lampeggiano è buio da qualche minuto, Francesco si ferma carico la bici e via a casa, corsa finita, corsa interrotta un giorno buttato via, 350 km sono troppi per me almeno in questo momento e con questo tipo di strada ma prima o poi ci riesco. SEMPREINSELLA!