Le salite nel giro di oggi | ||
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Tempo | Salita | |
24':58" | Lequio Berria da SP581 | 1 |
56':21" | San Giacomo di Roburent da Torre di Mondovì | 2 |
55':06" | Colle di Casotto da Pamparato | 3 |
44':33" | Colle Quazzo da Garessio | 4 |
30':26" | Colle del Melogno da Calizzano | 5 |
26':12" | Montenotte da bivio Altare | 6 |
{/tip} |
24/04/2017
• Distanza 293.21 km
• Tempo 12:59:34
• Dislivello 4407 metri
Questa volta che Garmin ha funzionato benino a piantarmi è stato il Rox ma solo per colpa mia, ho dimenticato di svuotare la memoria dei dati Log, in pratica la registrazione passo passo della corsa. Si è interrotto al 172° km d ha registrato male la salita del Colle di casotto, proprio quella che mi interessava per farne la ricostruzione per il sito. A parte questo inconveniente e a parte il tempo brutto per metà della corsa, tutto è filato liscio, come da previsioni o quasi.
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Solita colazione abbondante
e si parte alle sei e trenta circa, cielo sgombro di nubi, il sole che sta sorgendo, quattro gradi centigradi a congelarmi le mani, dato che ho solo i mezzi guanti. Direzione Ovest, Castellazzo e Nizza Monferrato, strada più breve per raggiungere l’astigiano. La temperatura pian piano sale ma la sofferenza alle mani è tanta, al bivio per Bosia ci sono una decina di gradi e finalmente inizia la salita verso Lequio Berria, 10 chilometri che mi scalderanno per bene.
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Sul percorso della Brà
Dopo Lequio, è già Alta Langa e sto correndo nel senso contrario, sul percorso della Brà-Brà, spero di arrivare a Bossolasco prima di incrociare la cosa, non voglio fermarmi, il giro di oggi è molto lungo ed impegnativo e cerco di limitare le soste al minimo indispensabile.
Oggi, speravo di attraversare l’Alta Langa con il sole ed invece il cielo è leggermente velato e una leggera bruma nasconde in parte il paesaggio, in lontananza, le vette delle Alpi innevate danno una spiegazione a questa giornata molto fredda. Proseguo sfiorando Murazzano e scendendo poi a Niella Tanaro, da qui in poi saranno strade nuove per me, mai battute prima.
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Il Garmin è lento
A Niella, la strada inizia a salire gradatamente, dopo Torre è salita. Dovrei attraversare Roburent ma il Garmin questa mattina è più lento del solito e complice il cielo nuvoloso che attenua il segnale dei satelliti, non indica la svolta a sinistra e proseguo verso Montalto di Mondovì. Ora Garmin si sveglia indicando un “Fuori Rotta” ma sono in salita e un ciclista degno di questo nome, non fa inversione in salita, la vetta si raggiunge sempre e poi da come ricordo, dovrei comunque arrivare a Pamparato, che è la mia destinazione di partenza per scalare il Colle di Casotto.
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I Colli di Casotto e Quazzo dramma in discesa
Infatti è così e a Pamparato, dopo aver visto l’ultimo raggio di sole, attacco i dieci chilometro del Colle, la salita non è difficile e la temperatura fresca mi aiuta a salire nei tratti un po’ più duri. In cima, sul largo spiazzo del Casotto, poca neve e 8°C, mangio velocemente qualcosa e mi butto verso Garessio, la discesa è lunga e veloce e il freddo entra nelle ossa profondamente. Finalmente termina la tormentata discesa mi fermo sul ponte dell’Amicizia a Garessio, non sto molto bene, il freddo ha minato seriamente la mia forza e la voglia di proseguire il giro. Ora dovrei salire il Colle Quazzo ma potrei anche proseguire per Ceva e tornarmene dalla strada della Langa che ho fatto all’andata con tanta pianura davanti e un leggero vento contrario. Frugo nella borsa al manubrio, ne viene fuori una scatoletta di carne, la divoro assieme alla mezza banana e un bocconcino alla marmellata, un pezzetto di formaggio Grana e le forze tornano, il corpo si scalda nonostante gli 11 gradi di temperatura. Attacco i sette chilometri del Quazzo con la grinta necessaria a scollinarlo e dopo la vetta ancora il dramma della discesa, il versante di Calizzano sembra leggermente più tiepido ma quando arrivo giù al paese sono nuovamente congelato.
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Ma lei è fuori di testa
Mi serve subito qualcosa di bollente, un the, un punch, qualsiasi cosa possa rimettere un po’ di calore dentro di me. Alla rotatoria, cerco il Bar K2 ma o sono troppo cotto per vederlo o lo hanno spostato. Faccio un giro della rotonda, poi un altro e finalmente lo vedo ma non ha il solito dehor, il bar è chiuso. Ripiego sul piccolo bar della società, semi nascosto in un cortile. Entro, il bar è pieno di gente, qualcuno gioca a carte gli altri sono intenti a guardare il GP di Formula 1. La giovane ragazza al banco saluta cortesemente, chiedo un the bollente e una fetta di pizza. Mi serve immediatamente. Chiedo se il clima è sempre così freddo, so che non è vero, lo faccio solo per scambiare due chiacchiere. Mi risponde che fino a mezz’ora prima c’era uno splendido sole ma che poi improvvisamente si è alzato il vento ed il cielo si è scurito. È colpa mia penso ma non lo dico, la nuvola di Fantozzi mi segue dal Colle del Casotto e a questo punto so che me la porto fino a casa. La ragazza mi chiede da dove io ne venga. Alessandria, rispondo. Sgrana gli occhi, Alessandria ripete con stupore. Si, dico io ma non quella d’Egitto, Alessandria Piemonte, è qui dietro all’angolo. La ragazza aumenta lo stupore nel suo sguardo e guardandomi fisso negli occhi, aggiunge:_ Ma lei è fuori di testa, si, si è proprio fuori di testa. Probabilmente ha ragione, penso. Chiedo il conto, 2 euro e 50, pago e saluto riprendendo il viaggio.
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Colle del Melogno e rientro
Il the mi ha riscaldato, la pizzetta ha messo un po’ di energia nelle mie gambe e prendo d’assalto il Melogno. Sembra che il tempo migliori, in vetta non ci sono più le nubi chiuse di Calizzano e Garessio e la temperatura è salita di qualche grado. E allora giù verso il Colle del Doppio Bivio e poi via sul falsopiano fino a raggiungere la discesa per Bormida. Nonostante la strada non sia bellissima, sono in fondo in poco tempo, ora se puntassi su Cairo Montenotte sarebbe tutto facile ma il percorso prevede il passaggio a Mallare, Altare, Montenotte e Pontinvrea con ancora un po’ di salita e tanti strappi anche duri. Poi Mioglia, a Miogliola finalmente il sole, non par vero, per un attimo resto stupito di vedere la mmia ombra proiettata sull’asfalto, sui muri, sui prati, finalmente non mi sento più solo ma dura poco, il cielo si richiude più tetro di prima. Ex SS456 del sassello, Acqui è vicina, casal Cermelli è vicina, ancora uno sforzo, forse il più duro, svuotato dal freddo, proseguo verso casa finalmente. SEMPREISELLA!