l'obiettivo, è il monte di Superga da Sassi.
12/05/2013
- Distanza 238.18 km
- Tempo 09:51:43
- Dislivello 2844 metri
Con il giro di Superga,
penso di aver battuto tutti i record battibili. Primo fra tutti quello della lentezza con cui ho compiuto il giro di 238.18 Km, pedalati alla media di 24.21 km/h in 9 ore 51 minuti e 43 secondi, a questi aggiungiamo poi il tempo di stop, 1 ora 25 minuti e 11 secondi, altro record per chiedere indicazioni sulla strada da percorre. Perché, per studiato che sia a tavolino, un giro ha sempre delle incognite e se non conosci la strada su un percorso così lungo i dubbi arrivano ad ogni svolta e la paura di sbagliare finendo fuori percorso è sempre tanta.
La strada per Torino
è semplice se si seguono strade statali o provinciali ma in bicicletta, lo sappiamo tutti è meglio evitare di percorrere strade di traffico, quindi cartina in mano, prima di partire si studia un percorso alternativo che possa garantire poco traffico e un po’ di soddisfazione per il ciclista.
Obiettivo di oggi
che fa parte delle mete saltate dello scorso anno, è il monte di Superga attaccato dal versante più duro, quello di Sassi. Dopo una buona colazione si parte, sono quasi le otto di una bella giornata soleggiata e con poco vento, le strade sono ancora fradice dal temporale di questa notte, la voglia di pedalare è tanta dopo una settimana di fermo impegnata dal lavoro. Via si va verso Castellazzo, Oviglio, Felizzano e Quattordio, tutta pianura ma dopo Piepasso, la strada si muove in leggera salita. Raggiungo Viarigi, Montemagno e Grana, dovrei proseguire per Calliano ma una svista mi porta a buttarmi giù per una bella discesa e quando risalendo la collina leggo il cartello Casorzo, capisco di essere finito fuori percorso. Giro la bici tornando sui miei passi e risalgo la splendida discesa fatta poco prima tornando a Grana. 10 km aggiunti alla già tanta strada che devo fare.
Salgo a Calliano,
poi è pianura fino a Montechiaro d’Asti dove si risale, poi ancora giù e su verso Soglio e ancora Cortazzone. Le salite non sono dure e nemmeno lunghe, nonostante un dolore al ginocchio e la schiena che mi da problemi da parecchio tempo, oggi vado su bene, non sento la catena. Poco prima di Villanova uno strappo duro e poi pianura, pian piano mi avvicino a Torino. Riva, poi Chieri, è già città, la lotta è con le macchine e con i semafori che con un display luminoso contano alla rovescia il tempo di verde e di rosso e ancora Pino Torinese dove ricomincia la salita e dove ricominciano i guai. Si, perché ero sulla strada giusta diretto a Torino, a Sassi dove inizia la salita verso Superga, il versante duro, quello che dovevo fare ma…. ma ho chiesto informazioni per sicurezza e seguendole mi sono ritrovato a salire Superga dalla parte molle, quella di Pino Torinese appunto.
Al bivio per Superga
invece di svoltare a sinistra, vado dalla parte opposta e scendo verso Sassi, poi dietrofront e risalgo ora dalla parte giusta fino alla basilica. Due foto, mangio qualcosa e subito giù verso Baldissero Torinese, Pavarolo, Andezeno, Moriondo, caste nuovo Don Bosco, un continuo su e giù, salita e discesa senza tregua, poi la salita a Cocconato d’Asti, Murisengo, Odalengo, Moncalvo, ora conosco la strada via deciso verso casa. Grazzano Badoglio, Casorzo, il paese del malvasia, c’ero finito per sbaglio questa mattina, Fubine, Quargnento, Alessandria e Casal Cermelli, 238 km 51 di salita, non dura ma sempre salita, le gambe stanno ancora bene, sono bruciacchiato dal sole e l’abbronzatura del ciclista si rafforza. Penso già al prossimo giro, il Giro d’Italia, tappa numero 13, del 17maggio, venerdì, danno brutto tempo, speriamo di no, seguirò il percorso da Alessandria fino all’arrivo a Cherasco e poi dietrofront per vedere i “Ragazzi” al GPM di TRE CUNI, cercasi compagnia. 240 km scarsi ma se piove me lo guardo in TV.