“Mit dem Tractor nach Palermo – Tour 2019 – Siegrfid & Egon”
14/05/2019
- Distanza 227.76 km
- Tempo 10:20:00
- Dislivello 2763 metri
Quando sono partito
questa mattina alle otto circa, le gambe giravano bene. Forse perché ero a ruota di un trattore che trainava una roulotte tedesca con la cartina dell’Italia sul retro e la scritta – “Mit dem Tractor nach Palermo – Tour 2019 – Siegrfid & Egon”. Sull’Italia, una linea nera che traccia il percorso con le località interessanti puntate in rosso. Luogo di partenza Straubenhartd punto di arrivo chiaramente è Palermo. Bel viaggetto, un po’ bizzarro fatto col trattore ma nulla di eccezionale.
Io conosco un ciclista,
Giuseppe Giancone che partito da Ludwigshafen in bicicletta, è arrivato a Palma di Montechiaro e ritorno e non lo ha fatto solamente una volta. Poi ci ha preso gusto ed ha cominciato i suoi viaggi per l’Europa. Est- Ovest- Nord l’ha fatta tutta in lungo ed in largo.L'’ho conosciuto di persona sulla strada per Acqui Terme e non ho più potuto dimenticarlo.
In quel periodo, non prendevo appunti dei miei giri in bicicletta, mi limitavo a pedalare ogni volta che avessi avuto il tempo, non ho memoria di quale giro stessi facendo, ma ricordo bene la scena del mio incontro con Giuseppe.
Salivo la rampa che immette la SP225 Melazzo-Montechiaro sulla SP334 del Sassello, quando vedo passare un signore che pedala in sella ad una bici da donna, portapacchi posteriore , un cestino al manubrio, cappellino con visiera, torso nudo, pantaloncini corti e di quelli normali non da ciclista, pedala scalzo ed i sui pedali ha avvolto alcuni pezzi di stoffa per rendere più gradevole la pedalata.
Sbuco dall’incrocio, lo supero e saluto con un gesto della mano destra. Anche lui saluta ed aggiunge:
- Eh ma se vai così forte non ti posso parlare.
Freno, ci affianchiamo e si parla.
- Da dove arrivi? Chiedo.
- Dalla Sicilia, Palma di Montechiaro e sto tornando a Ludwigshafen in Germania da dove ero partito circa un mese fa.
- Complimenti un bel viaggio. Ma scusa, non sei un po’ fuori strada per andare in Germania?
- Si, ma sto andando a salutare mia figlia che vive qui ad Acqui.
Continuiamo la chiacchierata, in questi pochi km che ci separano da Acqui Terme. Nel cestino ha un’agenda che usa per annotare pensieri ed impressioni del suo lunghissimo viaggio e una macchina fotografica, una Nikon Coolpix, (non ricordo il modello) simile a quella che utilizzo io, nei miei viaggi in bici.
Entriamo in città, siamo sul ponte del Bormida e rimane affascinato dai resti dell’acquedotto Romano, scatta qualche foto in movimento. Io gli sono dietro, rivolge l’obiettivo verso di me e scatta alla cieca una foto che non so se poi sia venuta bene o meno.
In quel momento un buco nel selciato
del ponte, incontra la sua ruota anteriore ed il sobbalzo, fa cadere il diario dal cestino. Fermo la bici accanto al diario e mi abbasso per raccoglierlo, senza accorgermi che un’altra persona sta facendo la stessa cosa, è una ragazza, la figlia di Giuseppe, lo stava aspettando sul ponte. Si abbracciano, sul ponte. Da tanto non si vedevano, si baciano si stringono, io fermo dietro di loro provo emozione e anche i conducenti della lunga fila di auto che si sono fermate dietro di noi, hanno capito la situazione, nessuno protesta, nessuno suona il clacson, nessuna ha fretta di passare. Siamo tutti li, quasi ad applaudire l’unione di due cuori che da tanto non si incontravano.
Il tutto dura pochi attimi, Giuseppe recupera l’agenda, ci facciamo da parte, mi presenta sua figlia. Si chiacchiera ancora qualche minuto, e prima di lasciarci, Giuseppe annota sull’agenda di viaggio il mio nome ed indirizzo E-mail.
Dopo qualche anno grazie ai social network siamo entrati in contatto ed ho potuto seguirlo nelle sue avventure ciclistiche. In uno degli ultimi viaggi di ritorno da palma di Montechiaro, è passato da Casal Cermelli, purtroppo non siamo riusciti ad incontrarci, ne sarei stato molto felice.
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Tornando al trattore, l’ho incontrato uscendo di casa e per inseguirlo ho dimenticato di avviare Garmin, me ne sono accorto dopo un paio di km.
Ho poi, dovuto sorpassarlo il trattore, andava troppo piano e probabilmente non si faceva la stessa strada.
Giro bellissimo,
svolto in gran parte in Alta Langa a placare quella che ormai è la mia mania, il mio chiodo fisso, la ricerca e le rivisita delle Grandi Panchine. Oggi solo panchine già fatte, strada quasi tutta a memoria:
1. Big Bench N° 45, Merana, Lilla, Vecchia posizione
Km 58, Merana, su per la micidiale salita alla Torre di San Fermo. Pare che debbano spostarla perché il luogo dell’attuale posa, troppo vicino alla strada, potrebbe causare pericolo per i visitatori.
2. Big Bench N° 15, Roccavignale, Azzurra
Km 110, Roccavignale, una signora sta prendendo il sole sulla grande panchina Azzurra. Cuffie, musica e cellulare, non si accorge subito del mio arrivo. Appoggio la bici alla panchina, e faccio una foto dal retro senza che la signora si veda, poi mangio qualcosa, guardando il bellissimo panorama. Quando mi volto, la signora è sparita e ne approfitto per salire qualche minuto sulla panchina.
3. Big Bench N° 28, Ceva, Gialla
Km 124, Ceva, mi incasino un po’ con la strada ma riesco a trovarla ugualmente. Su, sullo sterrato una squadra di quattro operatori, decespugliatori alla mano stanno falciando l’erba. La Grande Panchina Giallo Oro è un po’ malconcia e tutto attorno ad essa, materiali da costruzione accatastati un po’ dappertutto. La torre è in ristrutturazione e per vedere tutto in ordine ci vorrà ancora un po’ di pazienza. Due dei ragazzi che lavorano allo sfalcio dell’erba, terminato il loro tratto si avvicinano a me. Iniziamo a chiacchierare, anche loro sono ciclisti. Ci scambiamo opinioni sul Giro D’Italia e sull’uso delle E-bike. Sono meravigliati di quanta strada ho fatto per arrivare fino a li e di quanta ne debba ancora fare per tornare mene a casa.
4. Big Bench N° 44, Paroldo, Arancione
Km 139, Paroldo, la Grande Panchina per Tutti. Si è quella più adatta a me oggi, perché comincio ad avere qualche deficit cognitivo e le gambe sono andate in ferie, senza dirmi niente. L’area di sosta dove è installata la Big Bench è dedicata alla prima campagna Napoleonica in Italia.
5. Big Bench N° 16, Niella Belbo, Azzurra
Km 156, Niella Belbo, la Spianata dell’Amore. Uno spettacolo unico, ma questo vale per ogni panchina chiaramente. Comincio ad essere stanco, tanta salita fino ad ora e non è ancora finita, in oltre ho anche il vento a sfavore e questo mi deprime.
Salita, ne ho fatta tanta, con la prima alla torre di San Fermo e la seconda di Santa Giulia da Dego, fuori programma. Secondo i patti stabiliti con me stesso avrei dovuto raggiungere Cairo Montenotte da Acqui, percorrendo esclusivamente la SP30 ma mi piace barare, soprattutto se sto bene e poi la pago sul finale.
Contento? Direi di si ma questi sono giri che mi piacerebbe fare in compagnia, ma non sempre è possibile. SEMPREINSELLA!