...il Valico di Pentema, terribile con i suoi lunghi tratti sterrati ed i picchi tra il 14 ed il 16%...
Le salite nel giro di oggi | ||
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Tempo | Salita | |
0:23:01" | Passo della Castagnola da Voltaggio | 1 |
0:35':28" | Crocefieschi da Busalla | 2 |
0:54':49" | Passo dell'Incisa da Vobbia (Noceto-Alpe) | 3 |
0:48':09" | Piancassina da Valbrevenna | 4 |
1:29':37" | Valico di Pentema da Montoggio | 5 |
24/07/2016
- Distanza 234 km
- Tempo 11:22:04
- Dislivello 3586 metri
E si, l'ultima salita
mi è rimasta un po’ in gola, perché è quella che non ho potuto fare.
Che il giro di oggi fosse duro me lo ero immaginato ma che fosse anche difficile non potevo saperlo. Due salite nuove mai fatte che hanno riservato delle sorprese. Parto che è ancora buio, come ieri e come ieri, arrivando a Francavilla, inizia a piovere, proseguo, il giro lo faccio ugualmente e piove anche al di la della Castagnola, la prima salita.
Poi smette, il cielo rimane nuvoloso e questo non mi da fastidio.
La seconda salita è la Castagnola da Voltaggio e va tutto bene, quando scendo a Vobbia, devio dal percorso per fare colazione al bar e scorta d'acqua.
La terza il Passo dell'Incisa da Vobbia, presenta nuvole dai 500 ai 1000 metri di altitudine con un solo raggio di sole sul passo.
La quarta Piancassina, una di quelle nuove e una di quelle che non ti puoi dimenticare, per la sua bellezza e per il lungo tratto all'8%, per la strada strettache mi ha fatto mettere giù i piedi superato da un auto.
La quinta il Valico di Pentema, terribile con i suoi lunghi tratti sterrati ed i picchi tra il 14 ed il 16%
La sesta ed ultima salita doveva essere La Casa del Romano da Propata. Ci sono arrivato fino a Propata ma poi quardando il cielo nero sul passo e udito il fragore dei tuoni, ho preferito rinunciare e tornare da Torriglia. L'acqua non me la sono comunque scansata, da Bavastri fino ad Isola del Cantone, con il top a Torriglia dove la tiravano giù a secchiate.
Simpatica parentesi a Donetta, dove mi sono fermato per mangiare qualcosa e mi hanno proposto un quadrato di lasagne al forno fatte in casa che non stava nel piatto. Bagnato, stanco ma contento.
Ieri, demotivato per un guasto tecnico
al ciclo computer Sigma Rox 9.1 e la pioggia caduta nella zona di Francavilla Bisio, ho preferito rientrare, ci riprovo oggi. Partenza prima dell’alba come ieri, stessa destinazione, stesso giro, due salite nuove, sconosciute che possono dare dei problemi, perché come tutte le strade nuove riservano delle incognite. Sostituite le batterie ai sensori del Sigma e sostituito completamente il sensore di pedalata, ora lo strumento funziona perfettamente ma la variante pioggia è ancora presente come ieri mattina nello stesso punto. Francavilla, pioggia leggera, non la vedo perché è ancora buio ma si sente sulle gambe e sul viso, fredda a piccole gocce mi accompagna quasi fino a Gavi, la strada per Voltaggio è ancora bagnata per l’acquazzone appena passato.
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La prima salita: Passo della Castagnola
Salgo lentamente la Castagnola, ed è già chiaro da un po’, la strada è asciutta ma al Pian dei Grilli, anche se non piove più, è appena passato l’acquazzone e la strada è fradicia, scendendo l’acqua sollevata dalle ruote bagna gambe e schiena e non fa assolutamente caldo. Finalmente sono a Borgofornari in valle Scrivia, proseguo a destra per Busalla che si sta svegliando, non c’è il solito traffico caotico di sempre e la strada pere si asciughi a poco a poco.
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Seconda salita: Crocefieschi
Era da tanto che non salivo a Crocefieschi da questo versante mi fermo a Sarissola per liberarmi dell’antivento e ne approfitto per masticare qualcosa. Riparto sul falsopiano bagnato, per ora non è salita ma da Camarzo la strada cambia pendenza e diventa un po’ più impegnativa. Salgo piano anche ora, la strada è lunga e oggi sicuramente la media sarà bassissima. Su a Crocefieschi, Garmin chiede la svolta a sinistra, vuole farmi entrare in paese ma proseguo sulla strada provinciale e subito segnala “Fuori pista”.
Sono solo le otto, fa ancora freddo e in discesa verso Vobbia preferisco indossare ancora l’anti vento. Al bivio per Noceto, devio dalla traccia registrata e mi fermo al bar per una brioche ed un caffè d’orzo. Il ragazzone del bar, alto e con i lunghi capelli raccolti a coda di cavallo, parla con un avventore del suo viaggio in Olanda poi mi chiede da dove ne vengo, racconto del mio giro di oggi descrivendo le salite fatte e quelle da fare. È un vespista e tante delle strade che io ho fatto in bici, lui le corre con la Vespa ma Pentema non l’ha mai fatta e nemmeno io, azzarda la distanza per il mio giro di oggi, 250 km e si sbaglia di poco. Esco dal bar e un quartetto di clienti intenti al gioco delle carte, vedendo la scritta Pedale Godiaschese sulla mia maglia mi chiedono se ne vengo effettivamente da li oppure mi sono avvicinato in macchina. Alessandria, vengo da Alessandria, saluto e riparto sul mio percorso di oggi.
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Terza salita: Passo dell’Incisa
Franco Macarrone, l’amico ciclista della Familiare di Alessandria, appassionatissimo di questa bella strada che da Vobbia sale al Passo dell’Incisa passando per Noceto. Con lui e con i ragazzi della Familiare sono salito lassù più di una volta, è una salita costante e se non la gestisci bene prendendola troppo forte, c’è il rischio di rimanere piantato. Quasi 10 chilometri di lunghezza, pendenza media superiore al 6% ma i primi chilometri sono i più duri. Salendo tornante dopo tornante, si vede benissimo la folta coltre di nuvole che avvolgono in passo dell’Incisa, non piove per fortuna e spero che avanzando sul percorso, prima o poi spunti il sole. A Noceto inizia il tratto più impegnativo, 3.6 chilometri al 7% medio poi la strada riduce le pendenze ed arrivato al passo spunta un raggio di sole. Dallo sterrato a sinistra del passo arriva un ragazzo in mountain bike che cerca la strada per l’Antola, due parole e ci auguriamo buon viaggio a vicenda. Scendo verso Valbrevenna con qualche dubbio su quale strada prendere, Garmin fa nuovamente i capricci ma poi finalmente mi guida verso valle su una strada stretta e non in perfette condizioni.
La Quarta salita: Piancassina
A Molino Vecchio, sede comunale del paese sparso di Valbrevenna, termina la discesa e tra poco, al Santuario dell’Acqua, danneggiato seriamente dall’alluvione nel settembre del 2015, inizia la salita verso Piancassina. La strada nei primi chilometri, fino al bivio con Senarega, è facile, segue le anse del torrente Brevenna e la pendenza media del 4% non da problemi. Poi la strada si stringe e si inerpica ed in questi ultimi tre chilometri molto impegnativi con pendenza media del 9% e punte superiori al 16%, si deve sperare di non incontrare autovetture. A me è successo a 1500 metri dalla vetta, ho provato diverse volte a fare passare l’auto cercando di stare il più a destra possibile ma l’autista un po’ indeciso è rimasto dietro di me a pochi metri, creando nervosismo nella mia corsa verso la cima di questa impegnativa salita. Finalmente in un tornante, intravvedo lo spazio per farlo passare, allargo e con la bici sfioro il ciglio della strada ma quello che ho sotto alle ruote, non è asfalto compatto ma ghiaietto. Ho appena superato un punto al 15% ed ora la pendenza è scesa al 10, la ruota posteriore slitta e la velocità già bassa, crolla a zero ed il piede sinistro si sgancia dal pedale e tocca terra. A questo punto l’auto passa accompagnata da un mio sonoro vaffanculo. Risalgo e parto un po’ alterato e dopo un chilometro sono in vetta. Quando arrivo su, il ragazzo alla guida dell’auto si scusa dicendo che non era sua intenzione mettermi in difficoltà. La stizza mi è passata e rispondo che la colpa e della strada troppo stretta. Assieme a lui una bella ragazza, sta indossando un paio di scarponi da montagna, intendono salire ai 1600 metri del Monte Antola. Ci scambiamo gli auguri per un buon viaggio e torno a valle senza mai mollare i freni per non prendere troppa velocità, con una strada così diventa difficile fermarsi e c’è il rischio di cadere. Il paese di Senarega, salendo mi ha incuriosito e passo a visitarlo. Quattro case, una chiesa, un piazzale con la fontana. Un signore, vedendomi scattare alcune foto mi informa che nel paese è stato indetto un concorso fotografico con soggetto la Valle ed il regolamento è appeso al muro li vicino, ringrazio e do un’occhiata ma tornare fino qui per consegnare le foto mi pare impegnativo sia in auto che in bici. Continuo la mia discesa verso la Valle dello Scrivia.
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La Quinta salita: Valico di Pèntema
Ad Avosso svolto a sinistra e dopo qualche chilometro sono a Montoggio, nella foga della corsa supero il bivio per la valle Pentemina e Garmin prontamente mi ravvisa che sto nuovamente sbagliando la strada. Torno indietro ed inizia la mia avventura su questa strada con lunghi sterrati friabili o di pietrisco non compatto che si alternano a lunghi tratti di asfalto quasi perfetto, con pendenze anche molto alte e corti tratti in discesa. Poco dopo Gazzolo, si entra nel primo tratto sterrato, chiedo informazioni sulle condizioni della strada e non sono buone. Mi dicono che più avanti diventa proprio brutta ma decido di proseguire ugualmente e nel caso mi trovassi in difficoltà tornare indietro. L’asfalto si ripresenta e proseguo, al quarto chilometro, in località Serre di Pentema c’è un bivio e Garmin si pianta, lo schermo diventa tutto bianco e non so più che direzione prendere, la logica dice a destra in direzione Pentema ma quando non si sa la strada i dubbi ti assalgono e la paura di sbagliare blocca azioni e pensieri. Fortunatamente arriva un fuoristrada e la ragazza che lo guida mi da conferma sulla strada da percorrere e aggiunge:”Ma va fino a Pentema con la bicicletta? In bocca al lupo!”. Crepi il lupo, rispondo e dopo aver riavviato il Garmin riprendo a la strada leggermente in discesa e nuovamente è sterrato ma non c’è più il ghiaietto di prima, ora sono sassi piatti e di grosse dimensioni, con i bordi grezzi e taglienti. Lo sterrato termina ancora una volta e con l’asfalto inizia ancora la salita ma la strada è rovinata in diversi punti, devo fare attenzione e scegliere la traiettoria migliore, in modo da evitare i grossi buchi presenti ovunque. Dietro un piccolo tornante, ecco che spunta un canaletto di scolo delle acque senza la griglia, riesco a passare di forza in un punto dove questo, si è riempito di foglie e detriti. La strada è in forte pendenza e superato il picco del 14% appena la strada spiana, decido di fermarmi e tornare indietro qualche metro a piedi per fotografare le condizioni della strada, ne approfitto anche per mangiare. Questa strada mi sta sfiancando e sto già pensando di tornare a casa dalla valle Scrivia senza fare Carrega. Riparto e finalmente dopo un ultimo tratto sterrato quasi in piano, ritorna la strada bella e con essa anche la salita. Finalmente sono a Pentema, mi serve un bar dove bere qualcosa di fresco e mangiare, le provviste che ho portato con me, proprio non riesco a mandarle giù. Nulla, oltre alle case non c’è un bar visibile dalla strada e proseguo, tanto ho deciso per Torriglia e li posso trovare qualcosa da mangiare. Finalmente scollino, sul valico un camper ed una coppia di ragazzi, lui mi saluta guardandomi come se venissi dalla luna, non devo avere un bell’aspetto.
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Lasagne a Donetta
Finalmente si scende, un paio di chilometri e sono a Donetta e finalmente un locale dove posso fermarmi. Appoggio la bici sul bordo del marciapiede ed entro, attorno al bancone molte persone. Quando mi chiedono se ho bisogno qualcosa, rispondo che vorrei mangiare. La ragazza al di la del banco, guardando il barista dice: “Ma cosa vuole, un panino e preferirebbe un piatto di lasagne?” a sentire questa parola mi brillano gli occhi e rispondo “Magari”. “Aspetti che chiedo in cucina.” Torna dopo qualche minuto e mi invita a seguirla fuori dal locale, all’ombra degli alberi, una serie di tavoli e tante persone mi fa accomodare ed immediatamente arriva con un enorme piatto di lasagne al forno. Seduto di fronte a me un signore, Paolo, ha già terminato di pranzare, come tutti gli altri, sono le due del pomeriggio. Mangio ingordamente alcuni bocconi e poi inizio a parlare con Paolo, è lui che ha fatto il sugo e sua moglie ha confezionato le lasagne per tutti i commensali. Mi dice che il locale è privato e che tutte le domeniche d’estate si riuniscono per fare festa, la prossima domenica cucineranno le acciughe. Termino il piatto di lasagne e la forza sta tornando, pago al bancone del bar e riparto, direzione Propata.
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Il temporale
Supero la galleria di Garaventa e scendo a Bavastri risalendo a Bavastrelli, sulla mia destra il lago del Brugneto, salgo verso Propata ed il cielo lassù alla Casa del Romano, diventa scuro, in lontananza si sente il rimbombo dei tuoni. Prossimo al bivio per l’ultima salita, chiedo ad alcune persone indicazioni su come possa essere il clima lassù. Mi rispondono che poco prima erano proprio alla Casa del Romano e stava grandinando. Anni fa, ho già avuto una brutta esperienza lassù, l’acqua presa a 1400 metri di altitudine fa male in tutti i sensi e decido di tornare indietro. A Bavastri inizia a piovere, grossi goccioloni, superata la galleria pare che il tempo si aggiusti ma scendendo verso Torriglia la situazione peggiora e nel paese trovo il diluvio. Non mi fermo e scendo verso Laccio, qui c’è il sole ma la strada è bagnata e piove di traverso, strana condizione atmosferica. Proseguo, quasi divertito da questo gioco di luce del sole riflesso sulle gocce d’acqua che cadono copiose. L’acqua sulla strada sollevata dal passaggio delle auto a volte mi investe violentemente, fastidiosamente, vorrei fermarmi ma finirei col raffreddarmi e poi ripartire sarebbe un problema. Proseguo, prima o poi smetterà di piovere. Ecco nuovamente il bivio di Pentema, ripenso alla salita fatta e ancora mi viene la pelle d’oca, proseguo per qualche chilometro sulla stessa strada che ho fatto all’andata, Montoggio piove, Avosso piove, ecco il bivio per Valbrevenna, proseguo. Casella, Ponte di Savignone, Busalla, piove sempre, un po’ meno ma piove, Borgofornari, il bivio per la Castagnola, piove, Ronco, Creverina, Isola del cantone, un raggio di sole, poi sole pieno e un po’ di vento contro, preferivo l’acqua al vento. Proseguo, ancora poco e sarò a casa, pian piano gli indumenti si asciugano, pian piano presto sarò a casa. SEMPREINSELLA!