scendendo a San Sebastiano Curone, al bar acquisto due bottigliette d’acqua ma sono costretto a tenerle in tasca perché...
Le salite nel giro di oggi | ||
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Tempo | Salita | |
12':04" | Galleria Brentassi da bivio Sorli | 1 |
27':13" | Dernice da Garbagna | 2 |
57':54" | Caldirola Ex Colonia da Fabbrica C.ne | 3 |
23':37" | Giarolo da Morigliassi | 4 |
31':43" | Piani di San Lorenzo | 5 |
23':06" | Roccaforte da Rocchetta Ligure | 6 |
Per chi ha fretta:
Cotto, brasato e bollito dalla serata di lavoro nella zona industriale D3, ho finito di lavorare alla mezza, ho dormito quasi cinque ore e questa mattina sono partito senza le borracce me ne sono accorto a Serravalle, troppo lontano per tornare indietro. È incredibile la sete che viene quando non hai a disposizione l’acqua. Comunque l’ho sbrigata ugualmente prendendo due bottigliette d’acqua a San Sebastiano Curone, che poi ho tenuto per i rabbocchi alle innumerevoli fontane che ho visitato sul percorso di oggi. Il giro è un classico, Caldirola, la salita principale, sempre attorniata da salite più o meno dure. A volte ci infilo Bocca di Crenna, altre Forotondo, oggi ci ho messo i Piani di Sal Lorenzo, che mancava all’appello da un po’ di tempo. Garbagna, Dernice dal versante più arduo, Giarolo, Montessoro ed in ultimo lo strappo di Pratolungo da Arquata. Quasi 3000 metri di dislivello, una media bassissima ma oggi ero già arrostito ancor prima di partire.
04/09/2016
• Distanza 180.28 km
• Tempo 8:38:02
• Dislivello 2938 metri
Diciamo che il mio giro è iniziato sabato sera alle 18:30, quando il centralinista dell’Amag mi ha chiamato per un intervento in D3 ad Alessandria, il solito tubo in fibrocemento che si è frantumato, allagando la zona industriale. La riparazione terminata alle 0:30, rientro a casa e a nanna all’1 e 30, sveglia alle 6 e 30, bici già pronta da ieri, lavata, ingrassata e gonfiata, butto qualcosa nella borsa al manubrio, oggi serve poco, non supererò i 200 km e alle 7:20 si parte, un po’ in anticipo sul termine della reperibilità che scade alle otto ma, tanto a quest’ora non mi chiamano più. La destinazione è Caldirola.
Strana sensazione
Sono un po’in ritardo per questo giro che faccio tutti gli anni più o meno attorno al 10 di Agosto, l’avvicinamento di solito è la classica strada per Tortona con tanta pianura ma visto che di pianura ne ho già fatta troppa sabato scorso nel giro di Oropa, oggi voglio avvicinare la salita di Caldirola per una strada un po’ insolita. Dirigo verso Novi Ligure e mentre passo per Bosco Marengo, controllo come sempre se ho tutto con me: Borsa dei ferri, niente luci oggi, non servono, nella borsa al manubrio ho messo la batteria di scorta, la macchina fotografica c’è, il telefono pure e anche la carta d’identità con i soldi. Pare ci sia tutto ma ho una strana sensazione, un disagio, non so spiegarlo, come se mancasse qualcosa eppure pare che ci sia proprio tutto.
Entro in Novi Ligure che si sta svegliando, salgo sulla via vecchia per Genova passando dai campi da golf, elimino così il tratto di strada dell’Outlet. Sto attraversando i vigneti del Gavi e ammiro il panorama sulla valle Scrivia, e abbassando la mano per prendere una borraccia mi accorgo con disappunto che non le ho prese.
Ecco spiegata la strana sensazione e adesso, come faccio.
Tornare indietro non è il caso, sono già partito tardi oggi e tornando allungherei il percorso di quasi cinquanta chilometri, non mi sembra il caso. Deviando il percorso potrei acquistarne una al negozio La Bici, ma se poi lo trovo chiuso?
Attraverso Serravalle Scrivia e svolto in va Borbera seguendo il corso del torrente fino a Borghetto poi via verso la prima corta salita di oggi, la galleria di Garbagna, scendo in paese, inizio ad avere sete ma di bar aperti non ne vedo, mi fermo sul piazzale dove sono accampati i giostrai ma non riesco a vedere la fontana.
Proseguo sul percorso svoltando in direzione di Montebore.
Al bivio successivo, dirigo su Dernice, seconda salita del giorno presa dal versante più duro e lassù nella piccola piazza la fontana c’è ed è freschissima. Bevo a gola piena e riparto, scendendo a San Sebastiano Curone, al bar acquisto due bottigliette d’acqua ma sono costretto a tenerle in tasca perché nei portaborracce, ad ogni sobbalzo della bici cadono.
La strada sale leggera fino a Fabbrica , dove inizia la salita per Caldirola.
Faccio ancora una sosta alla fontana del cimitero prima di attaccare questo percorso senza uscita che culmina ai 1179 metri di altitudine della Colonia di Caldirola. Tanti ciclisti che si arrampicano per questi meravigliosi tornanti, raggiungendo Caldirola (1012 msm), proseguono fino alla Gioia (1076 msm) e li si fermano, snobbando gli ultimi 1200 metri di salita, perdendo cosi lo spettacolo del bosco di faggi. Scendendo sono obbligato a fermarmi alla fontana della piazzetta all’inizio del paese per bere ancora una volta rabboccando le bottigliette.
Ora è discesa fino a Morigliassi, poi si sale gradatamente a Giarolo, su questa bella strada sono presenti diverse fontane e quindi non dovrò soffrire la sete.
Mi fermo ogni volta che ne incontro una, un sorso d’acqua e via verso la prossima.
Continuo così per tutto il percorso: Morigliassi, Gregassi, Serbaro, Giarolo.
A Borgo Adorno, frazioncina medioevale di Cantalupo Ligure, sosto un po’ più a lungo, mangiando qualcosa e immortalando le murature in pietra del castello e della meravigliosa e freschissima fontana. Ancora poca strada ed arrivo al bivio con il secondo e importante obbiettivo della mia giornata cicloturistica, i Piani di San Lorenzo.
Ormai è tradizione per me, dopo aver scalato Caldirola, salire su ai Piani di San Lorenzo, strada di quelle terribili, che segnano il fisico ma lasciano una grande soddisfazione, il primo tratto di asfalto è abbastanza rovinato ma poco più su, la strada scorre bella liscia per qualche centinaio di metri, ma dopo il primo durissimo chilometro riprende l’aspetto trasandato che hanno tutte le strade di questa zona . La affronto con calma, sono stanco per la nottata di lavoro e le pendenze per i Piani non mi permettono altro modo di salire. Trentadue minuti per coprire quasi quattro chilometri di strada, arrivo in cima abbastanza provato, la salita è corta ma molto impegnativa con tratti a pendenza variabile tra il 7 ed il 12%, quassù al Rifugio Escursionistico c’è sempre gente e molti salgono a piedi ai 1096 metri di altitudine dei Piani.
Faccio l’immancabile foto ricordo e riprendo la strada appena percorsa, scendo serrando i freni perché salendo ho notato alcuni grossi buchi nell’asfalto e non voglio correre inutili rischi. Proseguo così fino ad arrivare sulla strada provinciale e mi dirigo verso Pallavicino per una nuova sosta per bere alla fontana.
Scendo verso la val Borbera ed al distributore della Tamoil di Pertuso, faccio ancora sosta all’erogatore di acqua gasata, nella stagione calda sempre disponibile per tutti, ripartendo non dirigo verso le Strette, tornerei sulla strada fatta all’andata e non mi va, oggi voglio un giro circolare. Raggiunto Cantalupo Ligure, svolto in Val Sisola, fa caldo e senza borracce appresso, la sete è ossessionante, sono quasi le tre del pomeriggio ho percorso circa 110 km. e quasi 2300 metri di dislivello mi ci vuole una birra rossa ed a Rocchetta Ligure decido per una sosta di qualche minuto.
Risalgo il Sisola ed al ponte sulla SP146, svolto per Roccaforte Ligure, la salita non è dura e nemmeno tanto lunga, arrivato alla fontana, sulla piazza del Comune mi limito a fotografarla, senza fermarmi non ho sete, la birra ha avuto il suo effetto. Raggiunta Borassi, proseguo sconfinando in Liguria, sulla strada per Montessoro incrocio ancora una bellissima fontana ma non mi fermo, ora è discesa verso la Valle Scrivia, il giro è quasi terminato ma se voglio un giro circolare devo passare in Val Lemme, che raggiungo da Arquata passando per lo strappo di Pratolungo.
Gavi, Francavilla Bisio, Basaluzzo, passo in Valle Orba, con Predosa e finalmente Casal Cermelli. Doccia e riposo, dopo la notte al lavoro ed il giro non tanto facile di oggi sono proprio cotto, anzi direi brasato.
SEMPREINSELLA!