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Un paio di frane su per la salita della Pieve...

2015 10 04 rivoli sprazzi spruzzi nuvole basse

04/10/2015
• Distanza 158.39 km
• Tempo 06:54:40
• Dislivello 2368 metri


Non fa freddo
Questa mattina non fa freddo, si, nonostante il temporale di questa notte, non fa freddo,sarà perché il cielo è ancora carico di nubi ma non fa freddo. Il disagio che provo è dovuto all’asfalto fradicio, viscido, impregnato d’acqua, che, sollevata dalle ruote bagna le gambe e la mia schiena, si questo è l’unico disagio che provo, ora che mi allontano da casa per raggiungere il bivio con Saquana e risalire la Pieve di Ponzone li, dove ho interrotto la mia corsa lo scorso sabato, perché dopo tanta strada e tanta salita sul percorso lungo del Rand’Ovada 2015, non potevo più continuare, non mi andava, ho preferito rinunciare e tornarmene direttamente a casa senza proseguire verso il Bric Berton.


L’avvicinamento
Sono le otto, via verso Castellazzo e le Settevie, strada un po’ rovinata ma priva di traffico e la più rapida per raggiungere Castelferro, Carpeneto e poi Cremolino. 13 °C, scendendo verso Acqui terme, la strada non è eccessivamente bagnata ma scendo con calma a scivolare ci vuole un attimo e le conseguenze sono sempre catastrofiche. Ex SS334 del Sassello e via verso il bivio per Saquana, il torrente Erro sul mio fianco destro, è in piena, scende velocissimo e sporco di fango verso il Bormida, questa notte è piovuto dappertutto e tutti i corsi d’acqua sono gonfi e scorrono velocissimi verso valle.

 

 

Cacciatori
Melazzo, Cartosio e finalmente il bivio per Saquana, 56 chilometri fatti in due ore, sono una lumaca. Mi fermo, poco prima del ponte sull’Erro per fare qualche foto ma le pile guarda caso sono scariche, le sfrego con le mani per scaldarle un po’ e riesco a fare una foto alla posizione del bivio, avvicinandomi al piazzale del ristorante Al Ponte, un signore sta consegnando una cassetta piena di bellissimi funghi porcini, pare che ne nascano tanti e l’acqua di questa notte ne dovrebbe prolungare la stagione. Attacco la Pieve, lo scorso sabato non girava molto bene, non ho dolori di sorta questa mattina e spingo un po’ più forte della volta scorsa ed infatti dal bivio di Saquana al bivio per Ponzone salgo in 23 minuti, 10 in meno dello scorso sabato ma è solo la prima salita.  Vado su, le nuvole sulla testa che si avvicinano sempre di più, dietro ad una curva, un cacciatore con l’arma in braccio, niente cani. Poco più in la, un anziano cacciatore seduto su di uno sgabello, appostato dietro ad un’auto parcheggiata, caccia da fermo, scrutando quel poco che si può vedere, laggiù nella scarpata coperta di nebbia. Salgo ancora e in un tratto rettilineo prima di una curva, due pernici corrono sulla strada a pochi metri da me, fino a sparire tra l’erba secca del bordo strada. Auguro loro buona fortuna.


Verso il Bric Berton
Un paio di frane su per la salita della Pieve, la strada abbastanza asciutta, sempre stretta ma a quest’ora non c’è traffico. Al bivio con la SP210, svolta a destra e proseguo verso Chiappino, immerso nelle nuvole. La strada la conosco a memoria, è irregolare, presenta molti piccoli strappi, anche duri e corte discese ma si guadagna in altezza e mano a mano che salgo, le nuvole sono sempre più spesse, il vento le sposta da Nord verso Sud e le ammucchia contro le cime della collina, sfrangiandole e dissolvendole. Salgo e scendo in continuazione, Cimaferle, strappo duro, bivio per Cassinelle altro strappo duro, folla a Piancastagna, si commemora il 4 Ottobre, Moretti, si scende e poi comincia il Bric Berton. Salita facile e corta si scollina e dopo pochi metri si passa dal Piemonte alla Liguria. Un altro mondo, niente nuvole basse ammassate contro le colline, sono rimaste tutte sul versante opposto a questo passo bullo e spoglio ricoperto solo di erica, ginestre e brugo.


Un fiume sulla strada
Scollino e nel tratto in falsopiano,indosso il giubbino antivento e poi giù da questa vertiginosa e corta discesa. Tiro subito i freni, di solito sulla strada si trovano dune di aghi di pino marittimo che disturbano un poco la corsa ma oggi c’è un fiume. Acqua che attraversa ad ogni curva, la montagna piange, si disfa della pioggia notturna che non riesce a bere, la fa colare nei fossi laterali che colmi di rami e fogliame la ostacolano e l’acqua fuoriesce, si riversa sull’asfalto formando un pericoloso strato di un paio di centimetri che rende pericolosa la discesa. L’ultimo rettilineo poi il dosso ed infine ecco il bivio per Palo e Sassello. Svolto a sinistra, ora mi aspetta la facile ascesa a La Carta.


Valico La Carta da bivio Bric Berton
Tutta all’ombra la strada tra Palo e Piana di Badia, anche questa fradicia e con parecchie buche seminascoste tra le pieghe dell’asfalto. Unica asperità a cavallo del primo chilometro 7% e poi c’è Palo, sfioro la fontana dove di solito faccio rifornimento d’acqua ma oggi non ne ho bisogno. al quarto chilometro si scollina il valico de La Carta, proprio sul bivio per Alberola, poi è discesa. Undici chilometri e si passa da 740 metri sul mare a 395, due soli strappi in salita poco dopo Urbe e poco prima di Acquabianca e poi giù fino a Piana di Badia dove comincia la salita al Passo della Crocetta.


Monte Calvo
C’è il sole, finalmente, salgo verso Tiglieto, il primo chilometro è il più duro, la pendenza media è del 7%, poi spiana e la salita va su regolare tra il 4 ed il 5%. Mi arrampico per questa strada tortuosa che passa in gran parte nel centro abitato. Dopo lo spiazzo per l’elisoccorso, ci si addentra nel bosco, tornano le nuvole, sparisce il sole e la temperatura scende, Finalmente scollino ma non scendo verso Rossiglione, mi attira la strada panoramica del monte Calvo e svolto a destra. Dopo un tratto quasi in piano ed una strada quasi completamente allagata, svolto a destra e mi arrampico su di una prima rampa superire all’11%, poi un breve tratto quasi piano ed un altro strappo meno duro del precedente ma più lungo. Ancora un fiato seguito immediatamente da un balzo al 13% e poi circa trecento metri di poco inferiori al 5%. Dovrebbe essere il punto panoramico, ma le nuvole non lasciano vedere altro che il ciglio della strada. Torno indietro.


Alpe Garrone
E’ l’ultima fatica, l’ultima salita, forse la più bella e suggestiva. Dopo una breve discesa dal Paso della Crocetta in direzione di Rossiglione, svolto a sinistra seguendo le indicazione per la Val Garrone. La strada è tortuosa ma larga e con un ottimo fondo, tutto attorno prati. Al bivio proseguo a destra per Rossiglione e la pendenza passa dall’8-9% a superare l’11%, è solo per pochi metri, poi si torna a pedalare più agevolmente. Sono al bivio successivo, dovrei tenere la sinistra e proseguire verso Ovada ma non ne ho ancora abbastanza di salita oggi. Svolto a sinistra e discendo fino a Rossiglione per la bellissima strada delle Ciazze, (fatta in salita è terribile), con l’intenzione di risalire la strada per la Crocetta facendo così un pezzetto del percorso corto del Rand’Ovada.


Alpe Garrone da Rossiglione
In poco tempo sono sulla strada del Turchino e svoltato a destra e percorsi pochi metri, svolto nuovamente a destra per la SP41 di Tiglieto. Esce un po’ di sole e la salita acquista una bellezza speciale, non è dura, nei primi due chilometri, spingo un 53x19, poi quando la pendenza sale di poco sopra al 4% abbasso il 39. La strada è buona come fondo, la carreggiata molto ampia, scorre immersa nel verde della val Gargassa, tra robinie e castagni. Poco dopo il quinto chilometro ecco nuovamente il bivio con la SP79 delle Colle e svolto ancora per la Val Garrone, ripetendo la strada fatta poco prima ma al secondo bivio per Rossiglione, svolto a sinistra e proseguo verso la Costa d’Ovada. Ancora qualche strappo duro, anche superiore al 12% e poi è discesa, verso l’arrivo, verso casa.